Napolitano: senza coesione il Paese sarebbe perduto
"Vogliamo un'Italia unita, senza coesione nazionale il nostro Paese si perderebbe nel fiume della globalizzazione". Lo ribadisce il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante un breve discorso, a braccio, davanti al sindaco e alla giunta di Udine. Napolitano sottolinea che nella Costituzione uno stesso articolo "salda in modo inscindibile" l'unità della nazione italiana e "la promozione delle autonomie". Quindi unità e federalismo, come altre volte ha osservato il presidente, non sono e non devono diventare due cose contrastanti. LA COSTITUZIONE RESTA LUNGIMIRANTE - La Costituzione italiana approvata nel 1947 "rimane un testo altamente lungimirante". Ha sottolineato poi Giorgio Napolitano. Il presidente dichiara inoltre che proprio la Carta fondamentale della Repubblica "salda in uno stesso articolo l'inscindibilità della nazione italiana e la promozione delle autonomie". Quindi, partendo dal principio che la Costituzione resta un testo tuttora valido, si possono fare delle modifiche: "Si riveda ciò che è necessario rivedere - dice Napolitano -, si garantisca il massimo di snellezza e semplificazione nell'articolazione del nostro Stato". Ma è chiaro che l'impianto fondamentale della Carta non può essere toccato. Il capo dello Stato dice chiaramente che da parte sua c'è, proprio per il suo ruolo, "un profondo impegno nella tutela dei valori costituzionali" ma "più che dire difendere la Costituzione amo dire far vivere la Costituzione". Infine Napolitano vuole sottolineare "l'importanza dei Comuni nel nostro Stato, perché i Comuni sono le istituzioni più vicine ai cittadini e più vicine alle loro esigenze e bisogni". "IL DEBITO VA RIDOTTO" - Nessuno, a qualunque livello, al Nord come al Sud può sottrarsi alla necessità di ridurre il debito pubblico italiano che è una "responsabilità collettiva". Per il secondo giorno consecutivo il presidente della Repubblica ichiama la politica e chi ha responsabilità pubbliche all'imperativo categorico di "alleggerire in modo decisivo il debito pubblico" che rappresenta "un pesante fardello". "Noi tutti e in tutte le parti d'Italia non possiamo sottrarci in nessun modo - dice il capo dello Stato da Udine - a questa responsabilità collettiva. Sulle nostre spalle c'è il pesante fardello del debito pubblico che dobbiamo alleggerire in modo decisivo". "Abbiamo problemi seri, dovuti a una difficoltà dell'economia internazionale" e per questo, ha ribadito, "si devono adottare misure straordinarie per consolidare i bilanci pubblici ed è un'esigenza riconosciuta in tutta l'Europa". Per questo l'impegno di ridurre il debito pubblico non può restare inevaso e nessuno può sfuggire a quella che è una "responsabilità collettiva". In questo momento più che mai è necessario scegliere le priorità alle quali destinare le risorse e per Napolitano ai primi posti ci sono cultura, formazione e ricerca. "Sono convinto che dobbiamo credere fortemente nelle priorità da accordare a investimenti pubblici, sollecitando al tempo stesso anche quelli privati, nel campo della ricerca e della formazione", ha concluso Napolitano.