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"Si dimettano i magistrati coinvolti nelle indagini"

ll segretario dell'Amn Giuseppe Cascini

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«Quando il sospetto sulla tua persona getta ombra sulla categoria è necessario lasciare libera l'istituzione: bisogna avere la capacità e il coraggio di farsi da parte». Giuseppe Cascini, segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati, non ha dubbi. È bene che i magistrati e gli ex magistrati coinvolti nell'inchiesta sull'Eolico «lascino l'incarico». Segretario stiamo parlando, però, di presunti innocenti... «È vero. Questa sollecitazione - che non è solo mia, ma viene da tutta l'Associazione - non presuppone un giudizio sui singoli comportamenti. Quelli verranno giudicati nelle sedi competenti, con i tempi e le garanzie dovute. Per questi magistrati c'è la presunzione di innocenza, la disciplinare, e poi primo grado, Appello e Cassazione, con tutte le tutele». A cosa mira allora questo intervento dell'Anm? «Nel Paese esiste una "questione morale". Non possiamo più negarlo. Adesso sappiamo che questa lambisce anche l'ordine giudiziario. Noi, in quanto magistrati, abbiamo il dovere di dare un segnale forte. Vogliamo dimostrare che il bene dell'Istituzione prevale su quello dei singoli. È una linea di rigore che riteniamo necessaria e invalicabile: è bene che i colleghi coinvolti si allontanino dai loro incarichi». In passato, però, non sempre questa «linea di rigore» è stata rispettata... «Io credo di sì. Negli anni Ottanta, quando negli elenchi della Loggia P2 risultarono iscritti alcuni magistrati, questi furono cacciati dall'ordine giudiziario. Adesso la vicenda ha caratteristiche analoghe e la gravità del fenomeno non va sottovalutata. Non ricordo altri episodi simili, in cui la magistratura si sia comportata diversamente. In ogni caso, con questa Anm, questi comportamenti non sono tollerati, né tollerabili».

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