Manovra, Tremonti: "La fiducia dà fiducia"

Quaranta minuti di fitto dialogo, seduti a fumare sigari toscani su uno dei divanetti dei corridoi del Senato. Dopo il via libera della manovra un inatteso «vertice» tra il leader della Lega, Umberto Bossi (accompagnato dal capogruppo della Lega, Federico Bricolo e dalla vicepresidente del Senato, Rosi Mauro) e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a Palazzo Madama. «Soddisfattissimo» si definisce il senatur, appena terminato l'incontro, andando con il pugno destro chiuso - circondato da una nuvola di fumo - verso i giornalisti che lo attendono in Transatlantico. «La manovra è andata - spiega il ministro per le Riforme -, ora serve il federalismo fiscale. Le Regioni così avranno respiro e ossigeno». In vacanza tranquillo? Bossi ha replicato: «Ci andrà quando sarà fatto il federalismo. Si andrà in Cdm e poi si avvierà nelle commissioni dove partirà tutto. Una volta approvato anche le Regioni saranno contente». Sono giorni in cui si registrano fibrillazioni nel Pdl, ma il leader del Carroccio confida in Berlusconi: «Se la caverà. Un giorno si alzerà e si ricorderà di avere ancora la spada affilata. La utilizzerà per fare la guerra. Nel mio ufficio a Milano - racconta Bossi - ho sempre una spada anche io. Me l'ha mandata l'alcalde di Toledo sapendo che la Lega non ha mai perso una battaglia». Sulle intercettazioni la posizione della Lega è chiara. Il ddl dovrà essere approvato. «Si farà, si farà» dice il senatur. «La legge si farà altrimenti tutti i giorni si inventano la P2 o la P6, che sono cose che fanno anche un pò ridere. Il problema è che la gente non vuole essere ascoltata». Infine un commento ai dati Istat sulla povertà in Italia: «Siamo in tempo di crisi e in tempo di crisi non si arricchisce nessuno. Forse solo qualche banca o la grande finanza, che voi giornalisti esaltate». E una battuta, rispondendo alla domanda sui contenuti dell'incontro: «Io e Tremonti abbiamo fumato un toscano. È l'unico difetto che abbiamo in comune». Tremonti osserva da lontano e non vuole parlare. La manovra è attesa alla Camera e il ministro dell'Economia si limita a ripetere: «La fiducia dà fiducia».