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Don Verzè: "Berlusconi mi ha chiesto di farlo campare fino a 150 anni"

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con Don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele

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"Silvio Berlusconi mi ha chiesto di farlo campare fino a 150 anni per mettere a posto l'Italia". A rivelarlo è Don luigi Verzè, fondatore dell'ospedale San Raffaele di Milano, secondo il quale grazie alla scienza "torneremo a vivere fino a 120 anni. Credo - dice don Verzè - a ciò che è stato scritto su Matusalemme". Secondo il sacerdote intervistato da La Stampa "è scientificamente provato che si può arrivare a un'età media di 120 anni. Siamo arrivati alla mappatura del genoma", che può essere analizzato anche quando si è bambini. "Se vedo una mutazione tra i 30 mila geni vado a cercare il perchè". MEDICINA PREDITTIVA - Il progetto di don Verzè si basa sull'istituzione di un centro chiamato Quo Vadis sulla medicina predittiva. "Abbiamo il terreno e stiamo cercando i soldini", afferma il sacerdote. "Si predice quale sarà la patologia di ogni persona leggendo il genoma con un microchip sottopelle che avverte se c'è qualcosa che non va". Alla domanda: ferma i suoi ricercatori se vanno in una direzione che la Chiesa non vuole? "No. La scienza - risponde don Verzè - non la ferma nessuno, nemmeno la Chiesa".   COMUNISMO E COMUNISTI - Il sacerdote non manca di rilasciare un giudizio politico sul premier. "Berlusconi è vissuto ai margini di un'epoca in cui il comunismo dava molto fastidio a questo paese - dichiara nell'intervista - Ma io questo paese lo conosco meglio di lui. Napolitano è un comunista di quelli retti. Non si può dire che un comunista non sia una persona per bene". Se Berlusconi parla in certi termini, secondo il sacerdote, "lo fa per il suo partito. Non è contrario ai comunisti. E' contrario alla dottrina comunista. Quando entrò in politica io gli dissi: 'Ricordati che sei ricco, non hai bisogno di nessuno, sei una persona libera. Hai tutto'.  Ottima situazione per chi deve governare. Gli feci l'esempio di Pericle che è il mio campione. Pericle era di famiglia ricca e ha inventato la democrazia".   IL DUOMO E L'AMORE - La svolta nell'atteggiamento del premier è avvenuta dopo il lancio della statuetta a Milano. "Quando Berlusconi ha lasciato il San Raffaele dopo l'aggressione al Duomo - ricorda Don Verzé - ha cominciato a predicare l'amore. L'amore costa ma costa di più a quelli che non sono disposti ad amare. Io a Berlusconi l'ho detto: 'guarda che devi avere un'opposizione altrimenti non duri. E lui mi dice: 'Che ci posso fare? L'opposizione non c'è". Di Pietro "non potrà mai essere vera opposizione perché ci vuole pensiero".  

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