Caos nel Pdl su Cosentino
Il sottosegretario Nicola Cosentino è indagato insieme a Marcello Dell'Utri dalla Procura di Roma per i reati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. I nomi dei due esponenti del Pdl si aggiungono a quello di Denis Verdini. Cosentino, a quanto si apprende, sarebbe indagato per per le pressioni che il "sodalizio segreto", la cosiddetta P3, avrebbe esercitato per salvare la sua candidatura a governatore della Regione Campania e per aver partecipato al "complotto" contro Stefano Caldoro, un falso dossier a base di droga e trans. A Dell'Utri verrebbe contestata la partecipazione ad alcuni incontri a Roma e in Sardegna con Verdini, Carboni Martino, nomi dell'inchiesta sulgli appalti per l'eolico nell'isola. L'Idv, pertanto, ha depositato oggi alla Camera una mozione in cui il "Parlamento impegna il Governo a rimuovere il sottosegretario Cosentino perchè ha un mandato d'arresto per contiguità alla Camorra e perchè indagato per la costituzione di un'associazione segreta", dichiara Antonio Di Pietro. L'Italia dei Valori con il suo portavoce Leoluca Orldando punta il dito contro il Popolo della Libertà. "Ormai è chiaro: alcuni membri del Pdl hanno fatto un uso politico dei giudici e della giustizia - scrive Orlando in una nota - Il Presidente del Consiglio e i suoi sodali, per anni, pur di non andare in galera, si sono scagliati contro i giudici colpevoli solo di fare il loro mestiere. Hanno ripetuto la solita litania dei giudici di sinistra. Ora veniamo a scoprire che il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, il sottosegretario Cosentino e il senatore Dell'Utri sarebbero stati al centro di una trama eversiva massonica per condizionare la Corte Costituzionale e altri Pm con la complicità di alcuni giudici. Che cos'è questo se non un uso politico della giustizia?". DIBATTITO NEFASTO - Il vicepresidente dei deputati del Pdl, il finiano Italo Bocchino, è convinto invece che il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, si dimetterà dal governo e quindi non ci sarà bisogno di una mozione di sfiducia nei suoi confronti come quella annunciata dai dipietristi. "Le mozioni di sfiducia - afferma Bocchino in una intervista al Riformista - si possono fare solo contro i ministri. Ma possono presentare una mozione in cui il governo si impegni a ritirargli le deleghe". Il finiano tuttavia è convinto che "non si arriverà mai al voto. Il caso Cosentino finirà come il caso Brancher: Berlusconi lo farà dimettere prima. E' inevitabile, perché Berlusconi è diverso da tutto questo. Tra l'altro è stato vittima di questa banda". Si rinnova dunque il botta e risposta tra l'esponente vicino al presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro dei Beni culturali Bondi. "Leggendo l'ennesima esternazione dell'onorevole Bocchino, mi confermo nella convinzione che il suo ruolo nel dibattito interno al nostro movimento politico sia nefasto - dichiara Bondi . L'onorevole Bocchino punta continuamente sulla logica della provocazione piuttosto che su quella del confronto". La controreplica non si fa attendere. "Le parole di Bondi mi sorprendono. Come si fa a considerare nefasto l'atteggiamento di chi chiede trasparenza e pulizia morale e difendere autori di episodi imbarazzanti per il Pdl?", risponde il presidente di Generazione Italia. GARANTISMO, MA NON SI COPRE NESSUNO - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, richiama il partito al garantismo. "Il Pdl si attiene alla regola del garantismo, pur avendo chiaro che chiunque abbia commesso illeciti non può essere coperto", ha spiegato. "Sono inchieste in corso e noi ci atteniamo a una regola molto chiara: attendere le decisioni dei magistrati", ha detto Frattini. "Il secondo pilastro di questa regola è quello che Silvio Berlusconi disse qualche tempo fa, chiarendo che chi ha commesso degli atti illeciti non può essere coperto e protetto", ha aggiunto. Tuttavia, ha sottolineato Frattini, "questo deve accadere in un quadro di garanzie non con anticipazioni giudiziarie e processi mediatici", che sono "il contrario dello stato di diritto". COORDINATORE UNICO - Per il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, Nicola Cosentino invece "deve dimettersi". "Fino a quando la magistratura non avrà accertato le sue responsabilità è opportuno che faccia un passo indietro - dice in due interviste - perlomeno da coordinatore regionale in Campania. Sarei favorevole alle sue dimissioni da sottosegretario, ma avendolo nominato Berlusconi è lui che deve decidere". "Per noi garantisti - aggiunge però Carfagna - vale sempre la presunzione di innocenza", "ma - sottolinea - quando emergono questi casi ci sono anche questioni di opportunità: sul territorio ci sono militanti e dirigenti che si affannano per realizzare gli ideali in cui credono. Questi episodi tradiscono i loro ideali". "Mi domando perchè dovrebbe dimettersi - afferma invece Mariastella Gelmini, titolare dell'Istruzione - Noi siamo sempre stati garantisti e lo saremo anche adesso. Un coordinatore unico, tuttavia, rappresenterebbe un passaggio ulteriore di maturazione del Pdl, perchè vorrebbe dire che non ci sono più componenti ma c'è l'unità".