Napolitano: riforme condivise
Le riforme costituzionali devono essere condivise. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lancia l'ennesimo richiamo al dialogo tra i due schieramenti politici. Nella lettera inviata al congresso del Psi, il Capo dello Stato, fa un invito esplicito ad abbassare i toni della polemica. Un messaggio non casuale ma che si inserisce a pieno titolo nel clima incandescente nel Palazzo. Scrive Napolitano: «È sempre più diffuso il convincimento della necessità che ben mirate modifiche costituzionali ormai mature si definiscano attraverso un percorso condiviso nel rispetto dei principi fondamentali desumibili dall'intero impianto costituzionale». Poi Napolitano insiste sulla difficile congiuntura economica e fa richiamo ai «principi di giustizia sociale e di solidarietà, che costituiscono nel difficile momento attraversato dall'economia mondiale, una linea guida essenziale per ogni azione di riforma e di sviluppo». Poi sottolinea l'importanza di «riaffermare, ad ogni livello della società ed in particolare per chi riveste funzioni pubbliche, l'esigenza di comportamenti improntati alla sobrietà e all'etica della responsabilità». La crescita del Paese «sostenibile ed equilibrata» sarà possibile nella misura in cui «l'attenzione agli interessi individuali, settorali e di corto respiro, lascerà il posto ad una lungimirante valutazione dell'interesse generale e visione del futuro». A Napolitano si sono rivolte le Regioni dopo lo strappo con il governo. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha parlato telefonicamente con il Capo dello Stato per informarlo della preoccupazione dei governatori per il peso che la sforbiciata prevista dalla manovra avrà sui servizi a cittadini, famiglie e imprese. Errani ha informato Napolitano dell'orientamento, se la manovra economica non cambierà, di trovare la strada per restituire allo Stato le deleghe per funzioni che le Regioni, ha detto, non sono più in grado di esercitare. Preoccupati per le ricadute sul territorio, i governatori si riuniranno in una conferenza straordinaria mercoledì prossimo, mentre la manovra sarà al vaglio dell'Aula di Palazzo Madama, e non escludono di proseguire i lavori del Parlamentino anche il giorno dopo, il giovedì del voto di fiducia al Senato. Errani avrebbe poi illustrato le buoni ragioni delle amministrazioni regionali nel confronto con il Governo e la ferma intenzione di proseguire un dialogo vero ed efficace, evitando scontri istituzionali. Dopo la telefonata con Napolitano, Errani ha diramato una nota nella quale sottolinea che «fermi restando i saldi, che non abbiamo mai voluto porre in discussione continuiamo a ritenere possibile un riequilibrio dei tagli previsti fra i diversi livelli istituzionali della Repubblica. Abbiamo semplicemente chiesto di rendere la manovra finanziariamente sostenibile in primo luogo per i servizi ai cittadini e per le Imprese». Errani punta il dito: «Tagliare di circa l'80% i trasferimenti che sono stati la conseguenza della Legge delega Bassanini significa inevitabilmente perdere qualsiasi possibilità di esercitare le competenze assegnate. Ecco perchè le Regioni unitariamente hanno chiesto al Ministro dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto di iscrivere all'ordine del giorno della prossima Conferenza Stato-Regioni il tema delle procedure per il trasferimento dalle Regioni allo Stato delle funzioni amministrative.