Cappellacci nella morsa della "P3"
C'è l'interessamento per la sorte del Lodo Alfano, il complotto ai danni del candidato governatore della Campania Stefano Caldoro, le pressioni per far eleggere giudici amici. Ma è sull'eolico in Sardegna che si focalizza l'attenzione di quella che è ormai stata ribattezzata la «P3» (evoluzione della P2 di Licio Gelli). Soprattutto l'attenzione di Flavio Carboni che, assieme a Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, costituiva il «sodalizio segreto» finito in manette lo scorso 8 luglio. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Giovanni De Donato dedica all'argomento un intero capitolo. E numerosi sono i riferimenti alle pressioni sul governatore della Sardegna Ugo Cappellacci che martedì pomeriggio dovrebbe comparire davanti ai magistrati («Non ho nulla da nascondere», ha fatto sapere il presidente dichiarandosi pronto a rispondere alle domande). In un primo momento, infatti, Carboni si adopera per ottenere la nomina di Ignazio Farris a direttore generale dell'Arpa Sardegna (l'agenzia competente in materia ambientale). L'obiettivo, scrive il gip, è «ottenere una favorevole definizione della normativa regolante la produzione di energia eolica, in maniera da favorire l'iniziativa imprenditoriale di Carboni». Il 27 agosto, si legge nell'ordinanza, «Cappellacci informa personalmente Carboni che "è tutto apposto"». E il gip fa notare che, da una verifica della documentazione, «tale nomina è avvenuta senza alcuna valutazione comparativa condotta sulla base dei titoli posseduti dai numerosi aspiranti». Incassato Farris, Carboni - scrive il gip - si concentra sulla realizzazione degli impianti e, in particolare, su come «ottenere l'adozione, da parte della Giunta regionale sarda, di un regolamento del settore delle energie rinnovabili, che vada incontro alle proprie aspettative». L'ordinanza parla di diversi incontri nella casa romana di Denis Verdini a cui avrebbe partecipato anche Cappellacci. Alla metà di febbraio 2010 esce la notizia delle indagini condotte dalla procura di Firenze sugli appalti della Protezione Civile in cui è coinvolto Verdini. Il 12 marzo la giunta sarda approva il regolamento che, però, sembra deludere le aspettative di Carboni. E Cappellacci si sfoga al telefono con l'ingegnere Franco Piga, un suo uomo: «Lo sai bene mi sono rotto i coglioni! (...) da oggi in poi caro Franco mi dispiace hanno abbassato la serranda...è chiusa la bottega (...) e...e andate a rompere i coglioni da un'altra parte che qua non è cosa». Per il gip non ci sono dubbi che la nomina di Farris «sia stata determinata proprio dalle pressioni esercitate sul presidente Cappellacci da Verdini su impulso di Carboni. Così come può ragionevolmente affermarsi che solo un evento inatteso come l'indagine fiorentina abbia determinato il fallimento delle pressioni ulteriori esercitata da Carboni e dirette a ottenere l'approvazione di un regolamento favorevole nella materia dell'energia eolica». Intanto ieri il coordinatore del Pdl si è difeso dalle accuse: «Sono pronto a chiarire tutto davanti ai magistrati, quando riterranno opportuno convocarmi, nella speranza, probabilmente vana, che questo stillicidio di notizie in aperta violazione del segreto istruttorio cessi, che la verità venga finalmente acclarata e che s'interrompa questo incredibile fiume di fango e di menzogne che viene quotidianamente riversato sulla mia onorabilità di uomo e di politico».