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Tremonti gela le Regioni Niente sconti alla Manovra

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Tremonti abbandona le Regioni. La manovra non si tocca. Il governo alla riunione convocata ieri a palazzo Chigi è stato irremovibile: i saldi resteranno intangibili. Così, appena conclusa la riunione alla quale ha preso parte anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ai presidenti delle Regioni non è rimasto che alzare le barricate e, delusi dalla scarsa considerazione ottenuta, hanno iniziato ad attaccare: «Per noi è stato un incontro molto negativo, spiega in conferenza stampa il presidente della conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, aggiungendo che «le proposte avanzate dalle Regioni sono state respinte». Alta tensione quindi tra i governatori e l'esecutivo, tanto che il fronte dei presidenti di Regione, se in passato aveva dimostrato qualche crepa, ieri si è ricompattato in un unico coro: «Il taglio di 10 miliardi ci mette nelle condizioni di non poter governare. Dunque siamo qui a ribadire, con ancora maggiore convinzione, la richiesta di mettere all'ordine del giorno della conferenza Stato-Regioni l'intesa della riconsegna delle deleghe. Perché non siamo in grado di esercitarle». Una proposta che ha immediatamente suscitato la reazione di Tremonti: «I governatori hanno chiesto la restituzione delle deleghe? Intanto lo hanno fatto, poi vediamo. Se intanto le Regioni ci ridanno la delega per i controlli sulle pensioni d'invalidità, siamo assolutamente d'accordo...».   E così, mentre il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni ha annunciato di voler «testardamente» continuare a cercare un accordo con lo Stato, il governatore della Puglia, Nichi Vendola attacca duramente il governo: «A questo punto faranno il federalismo con il morto. La vera crisi sarà quando non potremo garantire i diritti ai cittadini, perché vedremo calare la scure sul trasporto pubblico locale, sul sostegno alle piccole e medie imprese e non potremo fare politiche di aiuto alla famiglia». Provocazione alla quale Tremonti non perde occasione per rispondere: «Come si fa a dire che il federalismo è morto? Noi siamo convinti che il federalismo fiscale sia la formula di soluzione dei problemi anche per le Regioni. E se le Regioni avessero avuto questa visione positiva e progressiva, avrebbero fatto anche loro un accordo come quello siglato con Comuni e Province». Infatti, se con i governatori l'esecutivo sembra aver definitivamente rotto il dialogo, con i Comuni e le Province l'intesa è stata siglata. Una soddisfazione per Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell'Anci, che afferma: «C'è l'impegno perché, entro il 31 luglio venga portato in Parlamento il decreto attuativo sul trasferimento delle imposte relative a Comuni e Province». E poi, al secodo punto dell'accordo, «l'impegno a costruire un tavolo di monitoraggio, entro ottobre, per affrontare il problema dello sfoltimento dei residui passivi con un percorso per rimodulare il patto di stabilità». Soddisfatto anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno: «L'incontro di oggi tra il Governo e l'Anci rappresenta un grande risultato per i Comuni: si è ritrovato il filo del dialogo con l'esecutivo in un momento molto difficile. E tutto questo è stato possibile grazie alla flessibilità dimostrata dall'Anci, più che mai necessaria in un momento del genere. Ora continueremo a trattare con l'obiettivo di rendere sopportabile il peso della manovra e fare in modo che questo non si scarichi sui cittadini».

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