Berlusconi: "Non vado in vacanza"
«Non vado in vacanza. C'è troppo da fare. Troppo». Silvio Berlusconi lo dice chiaro e tondo a un gruppo di deputati guidati dall'ex finiano Amedeo Laboccetta, che ha visto l'altra sera a Palazzo Grazioli. E lo ha ribadito ieri ad alcuni ministri che lo hanno visto a margine del Consiglio. «Lavorerò tutta l'estate», ha insistito. Certo, il premier è ancora esaltato dalla trasferta nazionale appena conclusa: «Abbiamo portato a casa contratti per un punto di Pil». E guarda avanti. Spiega ai suoi parlamentari: «Dobbiamo dare un grande impulso al governo. Impulso legislativo. Guardo il programma elettorale e vedo ancora quante cose che ci sono da portare a termine». Ma il suo vero cruccio ad oggi è il partito. Di Fini non vuole sentir parlare. Si limita a dire: «Ci sono gli organi di partito. Li riuniremo di più e più spesso. L'ufficio di presidenza, la direzione». Di congresso neanche a parlarne. Anzi, gli invitati lo hanno anche sconsigliato dal prendere un'iniziativa simile. Il problema casomai restano le correnti. Soprattutto le correnti interne agli ex Forza Italia al punto che da due giorni sul sito Forzasilvio.it si è aperto un focus group dal titolo eloquente: «Le correnti nel Pdl: Berlusconi fa bene a sconfiggerle?». Sull'Occidentale, giornale online vicino a Gaetano Quagliariello, è comparso un articolo piuttosto duro i cui toni erano già chiari dal titolo: «Il peggior regalo al Cav. è una corrente azzurra che legittima quella di Fini». Occhi puntati sull'«accelerazione di Liberamente, l'associazione fondata dai ministri Franco Frattini e Mariastella Gelmini insieme a Mario Valducci per contrastare gli aennini e rivendicare l'orgoglio azzurro, che da Brescia ora sbarca in Sicilia e "imbarca" altri due esponenti del governo: Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo». Oggi terrà un convegno nella città del ministro dell'Ambiente. Scrive l'Occidentale: «L'idea in sè di una componente interna di forzisti dentro il Pdl rischia di provocare effetti devastanti per la stabilità del partito con ripercussioni anche sulla leadership del premier. Che infatti da giorni sta continuando a mandare segnali di irritazione e a ribadire (come ha fatto a Studio Aperto ) che le correnti nel Pdl non ci devono stare dal momento che questo non è e non deve diventare il partito delle tessere, ma è nato e deve restare il partito degli elettori». Preoccupati Frattini e la Gelmini hanno chiesto ieri a Palazzo Chigi chiarimenti a Berlusconi: «Andate avanti serenamente», ha risposto il Cav. Il ministro dell'Istruzione ha fatto notare come dentro Liberamente ci siano più donne che uomini, e il premier s'è messo a ridere: «Povero Frattini, non so come potrà cavarsela. Con tre donne così più la Bergamini, la Biancofiore e la Bertolini... Davvero povero Franco». Si guarda avanti, all'autunno. Il Cav ha incontrato, oltre a Bertone e Draghi, anche cena a casa di Bruno Vespa Pier Ferdinando Casini ma le posizioni tra i due restano distanti. Il leader dell'Udc non è interessato ad entrare in questo governo, vuole prima una crisi. Ma Silvio non vuole sentire quella parola.