La Camera diventa un ring L'Idv Barbato al tappeto
Lei è l'«amazzone». La dark lady della destra. La «giovannadarco romana». Insomma, è Barbara Saltamartini. Deputata Pdl, tendenza Alemanno. Alta, preferibilmente di nero vestita, occhialoni neri, moglie dell'assessore regionale Pietro Di Paolo, monteverdina doc dove ha iniziato la sua carriera politica come consigliera provinciale, ha infranto un tabù nella storia parlamentare repubblicana: è la prima deputata donna ad aver scatenato una rissa. E di conseguenza ha stabilito un nuovo record: per la prima volta le commesse della Camera sono costrette a intervenire visto che solo loro, e non i colleghi uomini, possono mettere le mani su una parlamentare donna. Lei, sotto sotto, un po' si bea. E un po' si preoccupa di eventuali provvedimenti disciplinari. Succede che l'Aula di Montecitorio torna a trasformarsi in un ring. Capita a metà mattinata quando si sta discutendo del disegno di legge sulle comunità giovanili voluto da Giorgia Meloni. E osteggiato già dal giorno prima da Alessandra Mussolini più una pattuglia di finiani (Barbareschi, Della Vedova e, a sorpresa, anche Flavia Perina). La Meloni prende la parola e lo difende. Subito dopo interviene Francesco Barbato, il deputato sopra le righe della già oltre misura Italia dei Valori. Spara accuse, vomita proteste e nei banchi del Pdl, come sempre accade dall'inizio della legislatura, gli animi si scaldano. Poi arriva il passaggio incriminato. Eccolo: «Abbiamo l'impressione che si voglia fare entrare il maneggio della politica e dei partiti, le persone riconducibili a partiti o a correnti, signor Ministro, perché ho l'impressione che lei voglia finanziare la sua corrente, la corrente di Alemanno, del suo assessore regionale Lollobrigida che gestirà questi fondi, il suo parente...». A questo punto la Saltamartini non ci vede più: valle a toccare la corrente del sindaco di Roma. Esce dai banchi della destra, la seguono Viviana Beccalossi e Paola Frassinetti, e si avventa verso quelli dell'Idv. Si avvicina a Barbato che riesce a dire ancora: «Allora questa vecchia politica che fa rabbrividire, Pomicino e Mastella, perciò lei è vecchio, signor Ministro, lei rappresenta la vecchia politica...». La Saltamartini comincia a urlare in faccia al collega dipietrista: «Ma che cavolo dici?» E lui: «Camorrista». Lei: «Ma smettila». Si muovono una decina di deputati uomini del Pdl che vanno in soccorso della collega. A Barbato si avvicina invece un suo collega dell'Idv, Scilipoti, e gli intima: «Ma che stai facendo, finiscila». Ma Barbato non ci sta e aggiunge: «Vai a fare i p..... a Berlusconi». Il parapiglia diventa rissa. Parte un cazzotto che colpisce Barbato allo zigomo destro. Chi ha sferrato il colpo? Omertà, si parla di un deputato pavese. Dalla rissa alla sceneggiata. Barbato va in ospedale e gli diagnosticano quindici giorni di riposo (anche se poi tornerà alla Camera nel pomeriggio). La Saltamartini resta a Montecitorio e si becca la solidarietà dei suoi. Annagrazia Calabria: «Quando ho visto che tutti i nostri deputati si alzavano dai banchi mi sono sentita orgogliosa». Ugo Lisi l'abbraccia: «E quando uno per due anni viene a provocare poi a un certo punto...». Scambi di accuse. L'Idv dirama un comunicato accusando la deputata Pdl, lei risponde per le rime rivelando (edulcorate) le frasi che le sono state sputate addosso. Fini annuncia che l'ufficio di presidenza esaminerà l'accaduto. La Saltamartini esce dall'Aula, va a fumare una sigaretta. Spulcia sul telefonino gli sms di solidarietà che le arrivano, nessun finiano si pronuncia. Le resta accanto Francesco Paolo Sisto: «Barbara, non ti preoccupare». Passa Giulia Bongiorno, un breve saluto e via. Arrivano le notizie sulle condizioni di Barbato, Mario Landolfi sdrammatizza: «È andato in ospedale, gli hanno fatto la Tac ma non hanno trovato nulla». Arriva Giuseppe Moles: «Barbara, la prossima volta mi difendi tu?». Lei ringrazia e sorride: «Mi sembrava di essere tornata indietro negli anni, alle battaglie studentesche. Ci sono state volte che ne abbiamo visto delle brutte».