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Silvio avvisa il Pdl Anche i fedelissimi

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Chiuso il caso Brancher, recuperate le imprese sulla Manovra, restano aperte due questioni di non poco conto. Il «ghe pensi mi» di Silvio Berlusconi non è ancora pienamente andato a fondo. E così, il Cavaliere torna a Roma e appena fuori dall'aeroporto di Ciampino si fa portare poco distante, all'Ikea dell'Anagnina. Chiacchiere con i clienti, foto con i dipendenti. Sono quei sondaggi che fa un po' a sorpresa il premier in mezzo alla gente un po' per rinfrancarsi prima di buttarsi nei palazzi della politica romana. Prima di rituffarsi nelle due grandi questioni che rimangono sul tappeto. La prima è quella con il Quirinale. Per ora Berlusconi ha dato la netta sensazione di voler rassicurare: prima le dimissioni di Brancher, quindi anche la verifica parlamentare come era stato chiesta con il voto di fiducia. E adesso le intercettazioni. Il presidente del Consiglio sembra del tutto convinto a voler mettere mano rivedendo il testo nella direzione di sciogliere chre Napolitano con considera ancora «nodi critici». Si aspetta una nuova «bozza Alfano» ormai in dirittura d'arrivo. Presidente della Repubblica e presidente del Consiglio si ritroveranno stamattina faccia a faccia per la consueta riunione del Consiglio Supremo di Difesa. Sarà anche l'occasione per sciogliere la tensione di questi giorni. L'altro capitolo in sospeso è il Pdl. Il partito sembra ormai un suk arabo, non ha regole interne, tutti contri tutti, ognuno s'è creato la sua associazione, la sua fondazione. A cominciare da Fini, con la sua Farefuturo e la sua Generazione Italia. Dunque il Cavaliere decide di intervenire, prima convocando il vertice del Pdl a cui partecipano solo ex Forza Italia: Quagliariello, Cicchitto, Ghedini, Alfano, Bondi e Verdini; Gasparri e La russa faranno di avere altri impegni. E Silvio interviene con una nota scritta, con un sigillo formale: «Il Pdl è nato per sconfiggere la vecchia partitocrazia e la vecchia logica delle correnti da qualunque parte provengano». Una sconfessione in piena regola di fondazioni, associazioni e altre propagini di natura finiana. Ma quella postilla finale («da qualunque parte provengano») vuol dire che il riferimento è anche ai suoi. Proprio sabato prossimo «Liberamente», l'associazione dei berlusconiani doc guidati da Frattini e Gelmini, organizza a Siracusa il suo secondo appuntamento. È una iniziativa nata dai trenta-quarantenni forzisti e infatti ci saranno Carfagna e Prestigiacomo e che sicuramente non farà fare i salti di gioia a Cicchitto e Alfano. Il punto è che Berlusconi vuole mettere davvero alle strette Fini e i finiani. E quindi non vuole, con una sortita di fedelissimi, fornire al cofondatore del Pdl un alibi. «Liberamente» resterà nell'ambito esclusivamente culturale, convegni sull'Unità d'Italia, sul federalismo, borse di studio ai ragazzi: il convegno di fine settimana resta in agenda, e solo questo basterebbe a far comprendere che ha un avallo del grande capo. E così Silvio vuole metterlo all'angolo, costringerlo a dichiarare quali sono le sue reali intenzioni visto che da giorni si rincorrono le più fantasiose ricostruzioni che la mente di Italo Bocchino può partorire: dalla seperazione consensuale alla federazione tra partiti passando per i voti separati (ok alla fiducia no ai provvedimenti). Tutto tatticismo sfrenato, minacce velate per alzare il prezzo della contrattazione. Berlusconi non è spaventato ma non tollera più giochetti. Sa che una parte delle proteste di Fini erano motivate anche dalla pressione (o dalla copetura) del Quirinale. Ma una volta che sono state risolte o sono in fase di chiarimento, il Cavaliere vuole capire se ci sono margini per una trattativa seria per un patto profondo con il presidente della Camera o no. Sarà un caso ma proprio ieri a varcare il portone di Palazzo Chigi è stato Francesco Rutelli, ex presidente del Copasir che con i suoi otto deputati potrebbe fornire una scialuppa di salvataggio al governo qualora dovesse andare in affanno. Certo non è molto ma forse Fini ha a disposizione ancora meno voti. Fabrizio dell'Orefice

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