La decisone del governo di porre la fiducia sul disegno di legge della Manovra ha susitato immediatamente la protesta dell'opposizione.
IlPd ha presentato proposte alternative che non mutano i saldi. L'esigenza di Berlusconi di ammanettare la propria maggioranza sta mettendo il Paese sempre più nei guai». Poi c'è la capogruppo del partito in Senato Anna Finocchiaro che rincara la dose: «Una conferma che la maggioranza è profondamente divisa». Ma c'è anche chi si spinge oltre: la «mossa di un dittatore che si chiude nel suo bunker e chiede il voto di fiducia» va all'attacco il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. O, ancora, «una fiducia contro sè stesso e i propri parlamentari» per dirla con Cesa (Udc). Una serie di attacchi ai quali tenta di rispondere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: «C'è l'esigenza di far quadrare i conti con dei maledetti tagli». Tremonti e Berlusconi, sono orientati a chiudere alle richieste delle Regioni ma, dall'altra parte, aprono alle imprese da ieri sul piede di guerra per le norme riguardanti la riscossione e la compensazione di debiti e crediti fiscali, oltre che per quella riguardante i certificati verdi sulla quale oggi è tra l'altro arrivata una nota formale di richiamo dell'Autorità per l'Energia. Infine anche il presidente di rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, parla di una «buona giornata», nella quale c'è stato un «tempestivo ascolto» delle richieste avanzate. Oggi la conferenza dei capigruppo ratificherà l'approdo in Aula del provvedimento domani ed è probabile che il via libera per la Camera arrivi, dunque tra domani sera e giovedì.