Regioni faccia a faccia col premier
Al rush decisivo per il via libera della manovra economica in commissione Bilancio del Senato, si intensifica il pressing delle Regioni sul ministro Tremonti. È atteso per oggi, o al più tardi martedì mattina, il via libera il che significa che per le modifiche potrebbe essere l'ultimo appello. I tagli sono difficili da far digerire ai Governatori anche a quelli più «virtuosi». La politica del rigore che Tremonti sta cercando di portare avanti, rischia di alienare i consensi delle Regioni del Nord a maggioranza leghista ma soprattutto di quelle del Sud, chiamate in causa dal ministro per «la cialtronaggine» con cui non riescono a spendere i fondi europei. E il Mezzogiorno rappresenta un serbatoio di voti indispensabile per il Pdl. Tremonti quindi si trova stretto in una morsa: salvare i saldi della manovra evitando di scaricare il peso sul reddito fisso ma anche non rompere con le Regioni. La coperta è corta. Berlusconi ha detto chiaro e tondo che la prossima settimana intende occuparsi direttamente anche della manovra sicchè potrebbe svolgersi tra oggi o al massimo mercoledì l'atteso incontro con i Governatori e questo faciliterebbe il compito alla Conferenza delle Regioni, che avrebbe tutto il tempo di approfondire eventuali controproposte nella riunione già indetta per giovedì 8 luglio. Ieri il presidente della Conferenza, Vasco Errani ha preso di petto Tremonti: «Il ministro dell'Economia deve cambiare il modo di rivolgersi agli enti locali, le regioni vanno rispettate. L'amministrazione centrale taglia l'1,2%, le regioni il 14%». Poi rinnova la minaccia di restituire le competenze allo Stato: «Per svolgere le funzioni a noi attribuite servono 4,9 miliardi. Se nel 2011 ci tagliano 4 miliardi, non siamo più in grado di esercitarle». Errani poi ripete che «la manovra rischia di tagliare le gambe al federalismo; è squilibrata perchè pesa per l'80% su regioni e enti locali e finirà per ricadere sui servizi pubblici essenziali per i cittadini». La manovra, con il pacchetto degli emendamenti del relatore Antonio Azzollini, tranne la parte che riguarda i 40 anni di contributi e le tredicesime, arriverà in settimana in Aula dove si prospetta un iter blindato. Il decreto, che non è ancora stato esaminato dalla Camera, dovrà essere convertito entro la fine del mese. Molti sono gli emendamenti accantonati di maggioranza e opposizione che potrebbero essere votati uno ad uno (ma i tempi sono stretti) oppure essere bocciati tecnicamente e rinviati all'esame dell'Aula. I temi caldi sui quali la commissione Bialncio è chiamata a esprimersi, oltre ai tagli per Regioni, Province e Comuni, sono: la soglia per le invalidità (innalzamento all'85% escluse le patologie più gravi); l'adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita dal 2015; l'innalzamento dell'età di pensione delle donne nella pubblica amministrazione a 65 anni; la mini-naia per i giovani; la destinazione dei risparmi previsti per la scuola.