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Class action anti pedaggi

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Contro i rincari delle tariffe autostradali si potrebbe arrivare a una class action. A minacciare di presentare un'azione legale collettiva è stato ieri il Codacons: «Invitiamo gli automobilisti a conservare le ricevute dei pedaggi pagati ai caselli - ha affermato il presidente Carlo Rienzi - ai fini di una futura Class Action che potrà essere intentata per ottenere la restituzione delle maggiori somme pagate». Intanto il coordinamento delle associazioni di difesa dei consumatore ha presentato un esposto alla Commissione europea: «Il chiaro scopo di tali incrementi tariffari è quello di alleggerire lo Stato dal mantenimento dell'Anas - si legge nel testo della petizione - che dovrà autofinanziarsi agendo direttamente con l'aumento del costo dei pedaggi e, dunque, a tutto sfavore degli automobilisti». Secondo il Codacons con gli aumenti scattati dal primo luglio si arriverà alla situazione «paradossale» per la quale un cittadino che utilizza ad esempio l'autostrada Roma-Milano finanzierà obbligatoriamente col pedaggio i lavori della Salerno-Reggio Calabria. Ciò - si legge ancora nell'esposto - in chiaro contrasto con quanto previsto dalla normativa Ue secondo la quale «chi usa paga». L'associazione dei consumatori va oltre: l'aumento dei pedaggi «potrebbe configurare addirittura un aiuto di Stato in favore dell'Anas, pratica vietata dalla Ue». Le richieste presentate dal Codacons sono chiare: aprire un'inchiesta per valutare i profili di illegalità connessi agli incrementi delle tariffe autostradali e verificare se gli introiti incassati negli ultimi cinque anni dall'Anas «siano stati effettivamente utilizzati per migliorare le infrastrutture e aumentare la sicurezza stradale». Altrettanto chiara la risposta del viceministro della Lega Nord alle Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli: «Il Codacons si dovrebbe vergognare. Ha la pretesa di rappresentare tutti i consumatori italiani, invece presentando un esposto all'Ue e minacciando class action, si mette a rappresentare solo i privilegiati d'Italia. Ricordo che in Italia esistono tre grandi sistemi di tangenziali: Milano, Roma e Napoli - ha spiegato il viceministro in una nota - Con le nuove norme si è voluto introdurre a Roma lo stesso sistema già vigente a Milano e Napoli. Non si capisce perché i cittadini laziali, che oltretutto godono di reddito superiore a quelli napoletani, dovrebbero godere di privilegi che altri cittadini non hanno». L'attacco al Codacons di Castelli prosegue, ma in realtà il suo bersaglio sembra essere un altro: «Oltretutto, come ha riconosciuto lo stesso Alemanno dopo le sue sfuriate muscolari, Roma è privilegiata da questa manovra, in maniera per altro del tutto ingiustificata. Non si può aggiungere privilegio a privilegio». È un botta e risposta. Dura la replica del Codacons: «Castelli non ha capito un bel niente - ha affermato il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - I rincari contro cui ci rivolgiamo alla Commissione Ue,non sono quelli relativi alle autostrade del Lazio, bensì quelli entrati in vigore su tutto il territorio nazionale, comprese le regioni del Nord». Continua la sua battaglia contro gli aumenti Nicola Zingaretti. Il presidente della Provincia di Roma ieri ha inviato una lettera a Silvio Berlusconi. «Le scrivo perché ritengo mio dovere esprimerle tutta la mia preoccupazione e il mio sconcerto per la decisione di aumentare i pedaggi autostradali su tutti i principali caselli di accesso alla città di Roma. Si tratta - scrive - di una misura che, per diverse ragioni, può essere giustamente definita iniqua». Il presidente di Palazzo Valentini non trova giusto che a Roma ci siano ben 9 caselli dei 26 aumentati. In più aggiunge: «Con questi rincari si introduce, di fatto, una nuova tassa sull'ingresso e l'uscita dalla Capitale d'Italia». Intanto, come sottolineato dalle parole di Castelli, dopo il veemente «sfondo tutto» e il plauso dei giorni scorsi a chi combatteva contro i rincari, Gianni Alemanno accenna a una resa: «Se il governo continuerà a sostenere che è inevitabile raccogliere questi 30-40 milioni annui dai caselli, invece di ottenerli da una rinegoziazione del contratto di servizio come da me proposto, è necessario almeno che queste risorse rimangano sul territorio come investimenti sulle infrastrutture». Il sindaco di Roma chiederà lunedì un incontro con il ministero delle Infrastrutture e l'Anas per presentare in maniera strutturata la proposta.

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