Berlusconi attacca stampa e giudici
Le tredicesime? «Nessuno le toccherà»; le intercettazioni? «Non è più tollerabile che gli italiani siano i più spiati al mondo»; la manovra? «Per la ripresa è necessario il rigore»; la sinistra? «A me nessuno riesce a detronizzarmi, non riescono a demoralizzarmi». È un fiume in piena ma la voce è ferma, le parole calibrate. Berlusconi tornato in Italia, si è trovato davanti il caos: Fini che continua a sfidarlo e provocarlo, i media in rivolta contro la legge sulle intercettazioni, l'avvocato Ghedini che ha fatto il passo falso di prendere di petto il presidente Napolitano, la manovra che naviga in Senato senza più una bussola sotto il tiro incrociato delle lobby, il Pdl allo sbando. «Ghe pensi mi» aveva detto l'altro giorno annunciando di voler prendere in mano tutte le partite aperte e ieri ha tracciato la strada da seguire, ha rimesso la barra dritta. Primo: le intercettazioni. «La legge non è un attacco alla libertà di stampa ma difende la privacy dei cittadini ed il diritto a non essere spiati quando telefonano e a non vedersi pubblicare sui giornali le proprie conversazioni private anche quelle che non hanno alcuna rilevanza penale» attacca il premier. Poi sottolinea che gli italiani «sono i più spiati al mondo e non è più tollerabile». Più del 95% dei cittadini «la pensa come noi e una piccola lobby di giornalisti e di giudici la pensa invece al contrario». Berlusconi traccia uno scenario in cui ci sono due idee contrapposte: «da un lato c'è la sinistra che ritiene che lo Stato può tutto, può entrare nella vita di una persona e massacrarla senza confini. Poi ci siamo noi che riteniamo o che prima di tutto ci sia il diritto inviolabile alla privacy». Questo non ha niente a che vedere, precisa, con «l'utilità delle intercettazioni nella lotta al terrorismo e non è vero che si vuole tutelare la casta dei politici». Berlusconi torna ad attaccare la stampa che è prigioniera spesso di «un'informazione schierata e a senso unico che non esita a disinformare». E se in Canada «ho detto che sarebbe necessario uno sciopero contro i giornali che distorcono la realtà, è perchè avevo visto i titoli sui diversi organi di stampa» incalza Berlusconi e insiste che «è falso dire che in Italia non c'è libertà di stampa». Mentre quindi il governo ottiene grandi risultati al G8 e al 20 «come tutti ci riconoscono», e gli ultimi dati economici «confermano in assoluto la validità delle linea del governo, la sinistra non fa che dire che tutto va male» e la stampa anzichè sottolineare i risultati conseguiti amplifica il pessimismo. Altro punto, la manovra. «La ripresa sarà tanto più salda quanto più sarà legata a una politica di rigore. Tutti gli organismi internazionali hanno apprezzato i risultati del governo, e gli ultimi dati economici li confermano: la produzione industriale è salito, è aumentata la velocità della ripresa». E poi, ha aggiunto, «l'Italia sta meglio di altri Paesi perchè ha adottata la politica di non mettere le mani nelle tasche degli italiani». Con la sinistra al governo «l'Italia sarebbe come la Grecia, nel mirino della speculazione internazionale». Poi il rapporto con l'opposizione che invece di essere disponibile a «un confronto serrato ma sereno, pone una raffica di no, sa solo solo insultare, calunniare e diffamare e non ha idee». «L'ostilità preconcetta dell'opposizione è un'anomalia italiana». E se questa è una strategia di logoramento, Berlusconi avverte che non lo scalfisce perchè «la realtà è che nessuno riesce a demoralizzarmi e vado avanti per il bene del Paese». E i risultati si vedono. Parlando a Emilio Fede tira fuori dalla tasca l'ultimo sondaggio che attribuisce al presidente del Consiglio il 63% di apprezzamenti nonostante il difficile periodo economico.