Manovra, nel Lazio record di tasse
Dalle Province ricorso per i pedaggi
Aumenti Irap e Irpef: ecco il regalo di Natale per i cittadini del Lazio. Scatterà a novembre la maggiorazione dello 0,15% dell'Irap (anche per Campania, Molise e Calabria per il deficit sanitario) mentre nel 2011 l'Irpef aumenterà dello 0,30%. Un vero e proprio record: il Lazio pagherà la fetta più grande dei 629 milioni richiesti dal Fisco alle Regioni in rosso. In media i contribuenti romani verseranno soltanto di Irpef regionale 437 euro (l'anno scorso erano 360) mentre l'Irap media salirà di 350 euro. Se si aggiungono gli aumenti dello 0,4 per cento dell'Irpef comunale si arriva a un vero salasso. Secondo dati Cisl ci sarebbe «un aumento di 45 euro (da 210 a 255) già per un reddito di 15 mila euro annui; chi ne guadagna 20 mila passerà da 280 a 340 euro annui e chi arriva a 25 mila euro ne pagherà 425 rispetto a 350. La presidente della Regione Renata Polverini alza le braccia: «L'aumento delle tasse? Chiedetelo alla giunta precedente, del resto la comunicazione dell'Agenzia delle Entrate è molto chiara, parla del periodo 2007-2009, io mi occupavo di altro. Ci ho provato in tutti i modi ad evitare gli aumenti, presentando la riorganizzazione della rete, su cui stiamo collaborando con i ministri dell'Economia e della Salute. Ma questo è l'ultimo regalo che la giunta precedente ha fatto ai cittadini del Lazio». L'allarme per le imprese lo lancia il direttore della Cna capitolina e vicepresidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti. Ecco i conti dell'organizzazione: l'Irpef regionale costerà ad ogni piccola impresa con 3 addetti circa 250 euro l'anno per arrivare agli 800 se si hanno 10 dipendenti. Mediamente si spenderanno 660 euro contro i 330 euro di Milano. Se passerà la manovra comunale, così come annunciata, con un aumento dell'Irpef dello 0,4% si arriverà a circa 780 euro di media. Cioè due volte e mezzo Milano. Ma non solo. Con l'approvazione da parte del Consiglio comunale delle nuove tariffe sui rifiuti i costi annui delle due manovre porteranno ad un aumento della tassazione rispettivamente di 750 euro e 1.450 euro. «In questo modo si rischia di mettere in ginocchio un sistema economico che sta con fatica cercando di uscire dalla crisi. A nostro parere è grave e irresponsabile scaricare in un solo colpo le inefficienze e gli sprechi di anni di difficoltà di gestione della cosa pubblica da parte delle Amministrazioni locali (Regione e Comune di Roma), in quanto in questo modo si ridurranno le risorse a disposizione e si aggraverà la già pesante situazione economico-sociale bloccando i segnali di ripresa che in questi mesi si andavano manifestando. In questo quadro particolare gravità assume la decisione dell'aumento della tariffa dei rifiuti (+12,5% alle sole imprese)», spiega Tagliavanti. Se a questo si aggiungono anche i pedaggi, che in media comporteranno una spesa di 180 euro in più per i pendolari, allora il quadro diventa allarmante. Si fa sentire anche il sindaco Gianni Alemanno: «C'è un problema di pressione fiscale sulla città di Roma che si stratifica su vari livelli. Noi dobbiamo essere in grado, in Parlamento e altrove, di fare un lavoro che non è di lobby ma di equità». Insomma «su Roma non si possono scaricare tutti i problemi che vengono dal passato e quelli del presente». L'opposizione attacca: «La Polverini non solo non ha fatto i provvedimenti entro il 31 maggio, come avrebbe dovuto, ma li ha fatti sbagliati, tant'è che il Governo li sta bocciando», spiega il capogruppo del Pd alla Pisana Esterino Montino. Ma la speranza di trovare una soluzione ancora c'è: ieri sera la Polverini ha incontrato il premier Berlusconi per cercare una via d'uscita. Alberto Di Majo