Le industrie farmaceutiche insorgono contro la manovra finanziaria.
Laridistribuzione infatti, lamenta Dompè, peserà per il 2,4% sulle aziende farmaceutiche e solo per l'1,22% sulle farmacie. Una proposta «scandalosa», che rischia di trasformarsi in «un'appropriazione indebita sui ricavi dell'industria farmaceutica», è stato il duro commento del numero uno dell'associazione delle aziende del farmaco. «Mi rifiuto - ha aggiunto - di pensare che tutto questo sia vero. Significherebbe che per ridurre un margine indebito, che è stato acquisito negli anni, in una situazione economica come quella che stiamo attraversando, si riducono i ricavi dell'industria e addirittura si aumentano quelli delle farmacie che del margine indebito hanno ampiamente usufruito». Tutto questo in un contesto in cui «il margine di ricavo dell'industria - ha ricordato Dompè - fatto cento il prezzo del farmaco, è solo il 61,1% mentre in Inghilterra si arriva all'80%. Con l'emendamento che sarà presentato lunedì si scende sotto il 60%: si tratterebbe letteralmente di un'appropriazione indebita sul ricavo netto industriale». Per Farmindustria la soluzione sarebbe invece tornare alla prima proposta: un sacrificio di oltre 600 milioni per l'industria e di 400 milioni alla distribuzione. Le risorse verrebbero recuperate sulla distribuzione grazie ai distributori intermedi che avevano per margine di legge il 6,65% ma che, spiega Dompè, da anni facevano il loro lavoro con un margine del 3%, creando un extra sconto di cui si sono avventaggiate le farmacie. Con l'emendamento, invece, «si alzerebbe addirittura il ricavo alla farmacia, che ha i margini tra i più alti d'Europa».