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L'ira di Tremonti: il Sud protesta ma non spende i fondi europei

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Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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«Basta con la cialtroneria di chi prende soldi, non li spende, non dà servizi ai cittadini e poi protesta pure». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nel pieno della bagarre scatenata dalle Regioni sui tagli contenuti nella manovra, attacca a testa bassa. Strattonato da ogni parte, sottoposto al pressing degli enti locali che non ne vogliono sapere di stringere la cinghia e di avviare una sana gestione del bilancio, il ministro sbotta. Intervenendo all'assemblea della Coldiretti spiega di aver incontrato il commissario per i fondi europei che gli ha tracciato un quadro drammatico dei finanziamenti europei rimasti inutilizzati. Sul banco degli imputati sono soprattutto le Regioni del Sud. Per il Mezzogiorno sono state stanziate risorse comunitarie, nel 2007-2013, pari a 44 miliardi. Di questi ne sono stati spesi solo 3,6 miliardi. Il paradosso è che «mentre cresceva la protesta contro i tagli subiti, aumentavano i capitali non usati. Più il Sud declinava, più i fondi salivano. Questa cosa è di una gravità inaccettabile». Facile quindi addossare le colpe al governo o protestare contro i tagli. «La colpa - dice Tremonti - non è della Ue ne' dei governi nazionali di destra o sinistra. La colpa è della cialtroneria di chi prende i soldi e non li usa». E «siccome i fondi per il Sud saranno di più e non di meno nei prossimi anni non si può continuare - attacca Tremonti - con questa gente che sa protestare e non sa dare servizi per i cittadini». Dal Monitoraggio sugli interventi comunitari pubblicato sull'ultimo rapporto del Ministero dell'Economia, che riporta i dati aggiornati aggiornato al 28 febbraio 2010, emerge che ammonta a 2,8 miliardi di euro, su un contributo totale spendibile di 43,6 miliardi, la cifra finora utilizzata dalle regioni del Sud (Campania Puglia, Calabria e Sicilia a cui si aggiunge la Basilicata a titolo transitorio) ammesse agli aiuti Ue per realizzare il cosiddetto obiettivo «Convergenza» e destinati alle regioni il cui Pil pro capite è inferiore al 75% della media comunitaria.   Immediata la replica del presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani: «Le regioni che non stanno spendendo bene i fondi europei hanno delle responsabilità loro, così come hanno responsabilità serie gli enti dello Stato pagatori dei progetti delle regioni meridionali». Prima di tutto secondo Errani «bisogna capire perchè queste Regioni non spendono bene». Poi Errani lancia la proposta di una commissione a costo zero sugli sprechi della Pubblica amministrazione, che «guardi voce per voce, tazebao per tazebao». «Vogliamo costruire un accordo con il governo ma chiediamo un discorso di equità» reclama Errani. «E poi chiediamo anche di ribaltare il concetto - conclude Errani - Ci dicano quali sono i servizi essenziali che non possono essere tagliati e sulla base di questo ognuno fa la sua parte». «È un richiamo a tutti ad una profonda assunzione di responsabilità» afferma il ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Ma tuona l'opposizione che vede nelle parole di Tremonti la giustificazione ai tagli e alla penalizzazione delle Regioni del Sud.  

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