Dalla Provincia ai trans passando per i coca party
Il ciclone trans travolge anche il centrodestra. Dopo il caso del videoricatto all’ex governatore del Lazio, Marrazzo, ora i cocci di una vita politica e professionale andata in pezzi sono quelli del consigliere provinciale di Roma Pier Paolo Zaccai, 42 anni. Anche lui è rimasto impigliato con una trans brasiliano, Morgana, da fata a strega. Sprofondato in una storia vischiosa, un festino a base di cocaina finito male: il politico si sente male, dà di matto fuori la finestra, in piena notte, e viene trasportato in ambulanza come un disagiato mentale. E c’è un’altra coincidenza: pure la trans di Zaccai conosceva Brenda, l’ex amante di Marrazzo che la Procura crede morta ammazzatta nel rogo della sua casa nel novembre 2009. Pier Paolo Zaccai, consigliere Pdl alla Provincia di Roma, giovane, elegante, bella famiglia, un curriculum farcito di militanza nella destra, sin dal Fronte della Gioventù, e dedizione allo studio, si è laureato in Psicologia alla Sapienza con tesi sul suidicio nell'età adolescenziale, l'altra notte alterato dalla cocaina si è affacciato dalla finestra al primo piano della casa della trans Morgana, 26 anni, brasiliana e clandestina, gridando, sgolandosi per chiedere aiuto, ssvegliando i residenti di via Manlio Torquato, all'Appio, che hanno assistito al suo delirio sino all'arrivo della polizia, dei vigili del fuoco, dell'ambulanza del 118 che lo ha portato via in barella trasportandolo al San Giovanni e poi all'ospedale Grassi di Ostia, zona peraltro in cui risede, dove è stato sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio. Il test tossicologico non è stato eseguito, il paziente non ha voluto. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per cessione di sostanza stupefacente. Fino a ieri, vista da lontano, l'esistenza di Zaccai era di quelle che suscitano ammirazione. Su Internet, sul suo sito, c'è l'album fotografico: lui nella stanza di lavoro piena di simboli - la bandiera, i gaglierdetti delle forze dell'ordine, il presidente della Repubblica - l'incontro con papa Wojtyla, il matrimonio, alle conferenze al tavolo dei relatori con Francesco Storace, l'assessore comunale al Commercio Davide Bordoni, e col sindaco Gianni Alemanno. E poi in divisa da militare, da guerriero. E allora? Dov'è stato il corto circuito? Sulla vicenda indaga il commmissariato Appio Nuovo diretto da Laura Petroni. Anche perché le versioni fornite dalla transessuale e dal consigliere provinciale in alcuni punti non coincidono. A tratti sembra una festino a base di cocaina terminato nel dramma, a tratti un'aggressione che il consigliere provinciale avrebbe subito quando già era nell'appartamento della brasiliana, in piena notte. Secondo una prima ricostruzione, l'altra notte lei e il consigliere si danno appuntamento all'una sotto il Fungo all'Eur. Già si conoscono da un po'. Si dirigono a casa di lei, all'Appio. Agli investigatori Morgana ha detto che il politico era già su di giri. Lui invece avrebbe riferito altro: la droga era in casa. E ancora. Lei ha riferito che una volta entrati nell'appartamento, alla vista delle altre tre coinquiline (anche loro trans) Zaccai si sarebbe infuriato. Ma è soltanto l'una di notte. E dopo? Forse s'è consumato l'incontro. La droga circola, gli effetti si fanno sentire. Alle 4 il clima diventa teso. Zaccai apre la finestra al primo piano. È vestito con jeans e maglietta rossa. Grida. Lo dice Carmine, un ragazzo residente all'ultimo piano del palazzo di fronte. «Urlava "Aiuto, aiuto. Vogliono incastrarmi, io indagavo su di loro, sui trans, e ora vogliono farmi del male. Sono un politico, un consigliere provinciale, mi voglio pccihaire, ora mi butto di sotto". Una signora - continua Carmine - ha tentato di dissuaderlo: "Ma che fa, non si butti, stia calmo, io sono una psicologa". E lui quasi si è messo a ridere: "Ma che dice, e meno male che è psicologa. Anch'io sono uno psicologo". Intanto - continua il vicino - si vedeva che da dentro qualcuno lo tirava per la maglietta, quasi per farlo desistere dal proposito di gettarsi"». Dopo le 4 arriva l'allarme alla polizia. È Morgana a chiamarla. Le altre trans scappano. Le hanno viste altri residenti di via Manlio Torquato: «Avevano con sé dei computer portatili», raccontano. I poliziotti artrivano. Vedono Zaccai fuori di sé e chiedono l'intervento della guardia medica psichiatrica che a sua volta dispone il trasporto al San Giovanni. Zaccai esce su una barella, imbottito di Valium, e finisce al pronto soccorso. Sono le 6,30 circa. Ma il consigliere provinciale è da trattamento sanitario obbligatorio, procedura che può essere eseguita nell'ospedale nel territorio di residenza: quindi Ostia, cioè al Grassi. Entra alle 8,50, si rifiuta di sottoporsi al test tossicologico, ed esce alle 11,30 con un ginocchio contuso.