Ha rifiutato il test tossicologico
«Un paziente caduto dalle scale con richiesta di trattamento sanitario obbligatorio», è questa la comunicazione che dai sanitari del 118 giunge al pronto soccorso dell'ospedale Grassi di Ostia. Pier Paolo Zaccai viene accompagnato nel nosocomio lidense alle 8.50, per uscirne alle 11.30. Quando il consigliere provinciale è arrivato, era tranquillo, disponibile, riferiscono fonti sanitarie. Per lui una medicazione a un ginocchio contuso: nella cartella dei paramedici anche la somministrazione di un tranquillante, il valium. Nessun test tossicologico effettuato, sottolineano dal Grassi, perché il paziente non ha dato il proprio consenso. Il politico viene infine sottoposto a visita psichiatrica, come prevede il Trattamento Sanitario Obbligatorio, la procedura per cui una persona in stato di alterazione, può essere costretta a subire interventi terapeutici. Questo solo se due medici concordano sul caso. La psichiatra del Grassi però non conferma la diagnosi della guardia medica, che ha visitato Zaccai prima del trasporto in ambulanza, e lo dimette. Nella sua villetta dell'Infernetto, a due passi dalla Cristoforo Colombo, tende tirate e silenzio totale. «Non ci posso credere, è un uomo gentilissimo – così descrive Zaccai il suo dirimpettaio – Ci incontravamo di rado per via degli impegni di Paolo, sia nel suo lavoro di consulente che in politica. Durante i tre anni che ho vissuto qui non l'ho mai visto litigare con la moglie. Sono dispiaciuto per lei». Sono trascorse da poco le 15, quando Francesca, la moglie, di professione biologa, rientra, da sola, nella casa di mattoni rossi. Vedere intrusi è l'ultima drammatica goccia per lei, dopo una mattinata d'inferno. «Andate via», urla con tutto il fiato che ha. Capelli legati, occhiali scuri, la voce spezzata dai singhiozzi, si scaglia contro quelli che definisce «sciacalli». La notizia scuote come un terremoto anche le stanze del XIII Municipio. Elegante, serio, così si è sempre presentato Pier Paolo Zaccai, soprattutto quando rivestiva il ruolo di presidente del Consiglio municipale. Incredulità e dispiacere, sono i sentimenti più diffusi tra gli ex colleghi del parlamentino lidense. «Siamo vicini alla sua famiglia, alla moglie – dichiara Salvatore Colloca, capogruppo Pdl in XIII – Ma ribadiamo anche la lontananza di comportamenti di questo tipo, dagli ideali politici e morali del partito». Tutti ricordano quel matrimonio, celebrato anche in aula consiliare, tra gli applausi dei presenti, nel 2005. «Gli invierò un messaggio di solidarietà – dice Andrea Storri, consigliere Pd che con Zaccai ha lavorato a lungo sul progetto del decentramento di Ostia – Passerà un inferno e di solito in questi momenti, gli amici scompaiono. Voglio fargli sentire che non è solo».