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Di Pietro e Bersani uniti dalla mozione anti-Brancher

Aldo Brancher

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Arriva la mozione di sfiducia contro il ministro Aldo Brancher: a presentarla alla Camera, dopo una bizantina opera di mediazione tra tutte le opposizioni, è stato il capogruppo del Pd Dario Franceschini e stamattina la conferenza dei capigruppo deciderà quando votarla. Intanto, sempre ieri, è arrivato un secondo attacco dalla stampa cattolica al neoministro: dopo il duro editoriale di Avvenire di domenica, Famiglia Cristiana ha definito Brancher «ministro del nulla» e ha criticato il governo per altre iniziative. Un po' tortuoso il cammino della mozione. Le opposizioni non sono riuscite a mettersi d'accordo su un testo unitario per sfiduciare Brancher: a proporlo era stato subito il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi, ma l'Udc non voleva aderire a una iniziativa comune a Di Pietro. Di qui la mediazione di Franceschini: la mozione di sfiducia non è «targata» da nessun gruppo ma è stata «offerta» a tutti i parlamentari per la sottoscrizione. Donadi ha subito annunciato che tutti nell'Idv la firmeranno, e altrettanto faranno i 206 deputati del Pd. Quanto all'Udc, Michele Vietti riunirà oggi i suoi deputati per decidere: le opzioni sul tavolo sono l'adesione individuale alla mozione o anche nessuna firma ma il sostegno al momento del voto. Tra i centristi però c'è anche chi, come Ferdinando Adornato, boccia l'iniziativa sostenendo che «ricompatterà» il centrodestra: «È la solita dipietrata». Inevitabili le punzecchiature all'Udc da parte dell'Idv, con Donadi che accusa gli uomini di Casini di essere «la stampella» del governo sulle questioni del legittimo impedimento e della giustizia. Intanto stamattina la Conferenza dei capigruppo deciderà quando far votare la mozione. E nel pomeriggio si avrà un assaggio dello scontro parlamentare: il governo dovrà rispondere a due interrogazioni urgenti di Pd e Idv sulle «reali motivazioni» della nomina di Brancher a ministro. Infatti non c'è ancora traccia sulla Gazzetta Ufficiale delle deleghe. Questa circostanza ha dato il destro a Famiglia Cristiana cha ha criticato duramente il governo: «Siamo arrivati al colmo della nomina di un "ministro del nulla", in funzione dell'ennesima legge "ad personam" per sottrarre i politici alla giustizia, mentre si tradisce la Costituzione sui temi della legge uguale per tutti, della libertà di stampa e dei fini sociali in tema di economia di mercato». Sul fronte interno al centrodestra si registra invece la dichiarazione di Umberto Bossi che ha detto che per la Lega «la vicenda è chiusa» nonostante il «grosso errore». Ma Francesco Storace sottolinea preoccupato: «È davvero brutto lo spettacolo che sta offrendo di questi tempi il partito di Berlusconi».

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