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Bossi detta la linea a Tremonti

Giulio Tremonti e Umberto Bossi

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Bossi detta la linea. Nemmeno Berlusconi era riuscito a tanto. Ma lui, il Senatur è convinto di far cambiare idea al ministro Tremonti, di ammorbidirlo. Il nodo da sciogliere è sempre quello dei tagli alle Regioni sui quali finora il responsabile dell'Economia è stato irremovibile.Parlando in Transatlantico, Bossi dice chiaro e tondo che sulla manovra «c'è spazio per delle modifiche» e annuncia: «vedo Tremonti. Vediamo di convincerlo un po'». E la capacità di persuasione del leader leghista ha avuto la meglio sul pugno di ferro del ministro tant'è che in serata è arrivato un emendamento a firma del relatore Azzollini nel quale sono confermati i tagli ma vengono introdotti elementi di flessibilità. Le Regioni proseguono nel pressing. Oggi incontreranno le parti sociali, mentre ancora non è in programma alcun incontro con Tremonti. Il ministro oggi potrebbe incontrare i capigruppo di maggioranza a Palazzo Madama per fare il punto sull'iter della manovra. Intanto dal Brasile, parlando agli imprenditori italiani, il premier Berlusocni ha lanciato messaggi rassicuranti. «La crisi è alle spalle. Le famiglie italiane non hanno fatto come quelle americane, che si sono indebitate sul futuro. Hanno invece consumato secondo il proprio reddito e, anzi, hanno anche risparmiato». Poi ha sottolineato che la crisi è stata affrontata «senza mettere le mani nelle tasche degli italiani». Non solo. «Non c'è stato bisogno di sostenere le banche come è accaduto in altri Paesi, viste le caratteristiche del nostro sistema bancario e le abitudini dei nostri risparmiatori». Il presidente del Consiglio ha anche sfoderato gli ultimi sondaggi. La forte crisi non ha penalizzato il gradimento verso il governo e il premier. Parlando al presidente Lula ha rivelato di avere il 64% di popolarità, «l'indice più alto tra tutti i leader europei». Molto critica l'opposizione con il capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, che attacca: «in commissione Bilancio si sta svolgendo quella che spesso ci capita di fare per le scolaresche: una simulazione di lavoro parlamentare che ha visto finora accantonati oltre 300 emendamenti, vede il governo muto, vede il relatore Azzollini in una difficile situazione in cui non può dir parola perchè attende che in altri luoghi si compensino certi interessi e arrivi un ordine alla maggioranza».

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