Torna l'Ici ma si chiama Imu Il governo cede ai Comuni
Arriva l'Imu, una tassa sugli immobili. Sarà data ai Comuni. Torna l'Ici in una versione mascherata. Si chiamerà Imu, imposta municipale unica. La tassa dalla quale sarebbe esclusa la prima casa, dovrebbe accorpare molte altre tassazioni nazionali che vengono pagate attorno agli immobili, sia sul trasferimento che sul possesso. L'obiettivo è di creare una imposta unica locale con aliquote determinate dai Comuni che avranno la possibilità di aggregare altre imposte locali. Si avvicina quindi a quella che in passato era stata chiamata service tax. Dovrebbe scattare nel 2012. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato chiaro: «Nell'Imu confluirà anche la vecchia tassazione Ici: sarà una possibilità che gradualmente verrà data ai Comuni e consentirà loro di far emergere l'evasione fiscale. La riforma dà la possibilità ai Comuni non di introdurre nuove tasse ma di regolare la fiscalità locale legata agli immobili, per produrre nuove entrate e compensare i minori trasferimenti». La strategia è chiara. L'abolizione dell'Ici ha tolto ossigeno alle casse dei Comuni che ora si trovano a far fronte anche ai tagli della manovra. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ieri ha incontrato i Comuni dopo che questi avevano stretto d'assedio il Senato con una manifestazione, ha mostrato grande disponibilità. Ha assicurato che saranno riviste le modalità del patto di stabilità e sarà modificata la parte della manovra relativa ai tagli. Non solo. Novità si profilano anche per il catasto e c'è la possibilità di una maggiore liquidità sui residui passivi per il 2010. Il ministro ha accettato di rivedere, in autunno, i vincoli del patto di stabilità, per liberare parte di quei 2,6 miliardi di residui passivi che oggi sono bloccati nelle casse e che invece devono essere destinati agli investimenti. Tremonti apre anche alle Province sul taglio da 300 milioni. Della questione se ne parlerà prima nella conferenza Stato-città e poi nella conferenza unificata, dove verrà portato un decreto che dice come spalmare i tagli. Il relatore alla manovra Azzollini ha chiesto al governo che qualora decidesse di porre la fiducia in aula al Senato, lo faccia sul testo che verrà' approvato dalla Commissione Bilancio.