Maturità rivoluzionaria tra foibe e ufo
Le foibe, queste sconosciute, è il libro di Maria Antonietta Marocchi (figlia di esuli istriani) che da anni, ne parla nelle scuole di Roma «perché i ragazzi devono sapere». «Per troppi anni il genocidio anti-italiano dei partigiani di Tito è stato messo a tacere, è una vergogna che una pagina di storia del nostro Paese sia quasi del tutto assente nei libri di testo» ripete la Marocchi. La traccia della maturità (in ambito storico) sul «Giorno del ricordo delle vittime delle foibe» le dà ora ragione e segna, davvero, una svolta epocale per gli esami di maturità e soprattutto per la scuola italiana. E poco importa, a questo punto, che soltanto lo 0,6% dei maturandi l'abbia prescelta: «Non ci siamo arrivati con il programma» hanno spiegato in molti. Non indebolisce la sua portata simbolica: si tirano fuori gli scheletri dall'armadio, l'Italia volta finalmente pagina. Com'era prevedibile, invece, la traccia che più è piaciuta agli studenti è stato il saggio breve (socio-economico) «La ricerca della felicità», scelta dal 36,9% dei ragazzi ispirati, probabilmente, dai suggerimenti del sociologo «liquido» Zygmunt Bauman: Presupposto, di qualsiasi immagine di felicità, è sfuggire l'incertezza. Il 25%, invece, ha optato sull'argomento più arioso: «Scopi e usi della musica nella società contemporanea». Forse perché prevedeva, anche, riferimenti a esperienze personali. Molto gettonato pure il saggio breve «Siamo soli?» (ambito tecnico-scientifico). Gli Ufo «visitatori non invitati», evocati da Walter Ferreri e Pippo Battaglia, hanno intrigato il 19% dei maturandi. Felicità, musica, gli scenari da Star Treck (scritto proprio così, con la c!): temi insoliti (nessuno di loro era stato previsto) e accattivanti, di ampio respiro, comunque belli e particolarmente graditi ai ragazzi. Anche il saggio «Piacere e piaceri» (ambito artistico) ha riscosso un discreto successo. Il 9,2% vi si è cimentato perdendonsi tra la danza di Matisse e le esperienze «oltrapiacenti» del dannunziano Andrea Sperelli. Il 4,7% ha optato per Primo Levi e «La ricerca delle radici». Ex-aequo di preferenze per «Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica». Temi scartati dai più perché «fuori dagli standard medi della scuola tradizionale». Più adatti, dunque, per la scuola che verrà.