Intercettazioni avanti tutta
Unalto dirigente del Pdl attribuisce questo ragionamento a Silvio Berlusconi per spiegare il doppio messaggio inviato dal presidente del Consiglio. Il primo ha come destinatario Gianfranco Fini al quale il premier, pur negando «guerre» con il cofondatore del Pdl, intima di finirla con le «inutili provocazioni quotidiane». Il secondo messaggio, invece, sembra diretto al Quirinale ed è una risposta - seppure indiretta - all'auspicio di Giorgio Napolitano sul fatto che la maggioranza dovrebbe concentrarsi unicamente sulla manovra, rinviando la discussione in Aula sulle intercettazioni. Il Cavaliere però la vede diversamente: è convinto che ormai ddl è «in dirittura d'arrivo», ma soprattutto ritiene che la coalizione sia perfettamente in grado di occuparsi non solo della manovra e delle intercettazioni, ma anche della riforma dell'università. Il tutto entro l'estate. Berlusconi, insomma, è intenzionato a non farsi più condizionare, nè da Fini, nè dai moniti del Colle. Convinto che l'apertura a modifiche sul testo del ddl sia più che sufficiente. «La stragrande maggioranza degli italiani è d'accordo con me sull'assoluta necessità» di porre fine agli «abusi» sulle intercettazioni, premette il Cavaliere dalle pagine del settimanale Oggi (nella foto la copertina del settimanale). Del resto, rassicura, l'approvazione definitiva del provvedimento «ormai è in dirittura d'arrivo».