Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il giorno dopo Gianfranco Fini non arretra di un millimetro

default_image

  • a
  • a
  • a

Anzi.Rilancia e riconferma tutta la sua insofferenza verso Umberto Bossi e la Lega. E se lunedì aveva colpito gli uomini del Carroccio nel punto dove sapeva di far più male – «La Padania è un'invenzione propagandistica-lessicale» – ieri ha affidato al sito web della Fondazione «Generazione Italia» il suo ulteriore affondo. Del resto la critica del presidente della Camera nei confronti del Carroccio viene da lontano, da mesi in cui lui e i suoi uomini denunciano uno squilibrio della coalizione di maggioranza verso i leghisti. Lo hanno fatto spiegando che accelerare troppo sul Federalismo rischia di dividere l'Italia in due e lo hanno ribadito criticando alcuni aspetti della Manovra presentata da Giulio Tremonti. Così ieri, prima di volare in Israele per incontrare il primo ministro Netanyahu, sul sito web della Fondazione Fini ha risposto alla lettera di un giovane iscritto lombardo dell'associazione, Stefano Basilico, che gli chiedeva di essere più presente al Nord proprio per contrastare la Lega. «Accetto la sfida, insieme a tutti gli amici che credono nell'Italia. Ma perdere tempo a discutere di una cosa che non esiste (la Padania) ci mette fuori strada rispetto al problema vero: come permettere al motore economico dell'Italia di essere competitivo e vincente nell'economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli. Queste sono le esigenze reali del Nord. Non sventolare una bandiera verde». Ma Fini smonta anche il cavallo di battaglia della Lega, che sia solo il Nord a portare sulle spalle il peso di tutte le imposte. «Non si può dire che è "Padania" quella parte del Paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono "padani"». Questo però, spiega ancora Fini, non deve farci dimenticare i grossi problemi del Sud: «Non possiamo eliminare con un tratto di penna la questione meridionale: metà del Paese è nelle mani della criminalità organizzata e ha un reddito pro-capite di circa la metà rispetto a quello del Nord. Se sul versante della legalità il Governo sta facendo tanto – ma si tratta di una battaglia appena iniziata – sul secondo versante dobbiamo fare molto di più, soprattutto se vogliamo rendere maggiormente produttiva anche l'altra metà del Paese, magari, perché no, ai livelli del lombardo-veneto. Se poi, per conservare il primato (indiscusso) del Nord, per poter continuare a gridare contro "Roma ladrona", per insistere con la favola della Padania, si vuole lasciare tutto cosi com'è, questo è un altro discorso. Ma non è il mio». E dopo la polemica con Bossi, il presidente della Camera non rinuncia neppure a mandare una secca risposta a Berlusconi il quale, in un'intervista al settimanale Oggi, chiedeva la fine di «uno stillicidio di polemiche continue». «Silvio finge di non capire che non sono questioni personali – è il commento di Fini – ma questioni politiche e che ogni giorno di più sono sotto gli occhi di tutti».

Dai blog