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Abete stavolta non ci sta "È andato oltre il segno"

Il presidente della Figc Abete

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È proprio un Mondiale maledetto: almeno per ora. Non bastasse la pochezza della Nazionale portata in Sudafrica da Marcello Lippi, le polemiche scatenate dal non-gioco, dalla qualità lasciata a casa, dagli infortuni di Pirlo prima e di Buffon poi. No, a noi italiani piace andare oltre e più siamo in alto e più la spariamo grossa. L'ultima arriva dalle rive di Pontida, da quel Bossi che aveva perso le prime uscite della Nazionale per far incetta di ampolle da donare al Dio Po (pensa te...). L'uscita è chiara, contro senso, contro mano, contro tutto, forse proprio per scatenare polemica, far bagarre. Inevitabile quanto tempestiva la replica della Figc arrivata direttamente dal ritiro azzurro in Sudafrica a Centurion. «Una dichiarazione sconcertante e offensiva. Questa volta e in questo momento, il senatore Bossi ha passato il segno» ha detto il presidente Abete che ha ancora fresche le ferite dell'ultima incolore uscita azzurra al Mondiale. Torna alla mente lo scandalo in Spagna nell'82, la famosa partita «biscottata» contro il Camerun: quel pareggio (1-1) che ci permise di passare il turno e poi di arrivare fino in fondo. E che il Sudafrica avrebbe avuto un sapore amaro per l'Italia si era intuito dall'inizio, dallo scivolone di De Rossi nei primi giorni del ritiro con quelle uscite sulla Tessera del Tifoso che costrinsero lo stesso a chiedere scusa e Abete a riprenderlo pubblicamente. Eppoi la gaffe diffusa in mondovisione di Marchisio con quel «Roma ladrona» che lo ha messo in cima alla lista degli indesiderati nella Capitale. Lì invece nessuna scusa, nessun rimprovero, ma solo la certezza (?) che s'era trattato di un misunderstanding, un problema di pronuncia piuttosto che d'intonazione... «Nessuna frase offensiva, semplicemente ero fuori tempo» si giustificò Marchisio. «Desidero sottolineare il mio grande rispetto per l'inno nazionale e per l'unità del Paese che, sono fiducioso, ci sarà vicino in occasione dei prossimi Mondiali», aggiunse pressato dai media. Mah! E vogliamo poi parlare di Radio Padania che esplode al gol del Paraguay e si vanta del tifo «contro» la Nazionale di Lippi? Al punto di meritare addirittura la replica di De Rossi che promette di non tifare al prossimo mondiale (?) della nazionale «verde». Peccato che lì, vista qualità, tradizione e livello medio, oltre al mundialito delle nazionali senza patria non si riesca ad andare... vero Ganz!? Eppure, Reanzo Bossi, il trota, figlio del Senatùr inferocito contro il calcio Nazionale, aveva detto poco prima di tifare Italia... e chi altri sennò! Altro motivo per toglierlo dalla lista degli eredi diretti. Così come Miss Padania che tiferà Italia e ammette di non sapere cos'è un Carroccio: «Ai Mondiali io tifo per l'Italia: mi sento più italiana che padana» ha detto in un'intervista. Almeno lei Lippi potrà farla salire sul famoso carro dei vincitori dal quale ha già buttato giù mezza Italia. C'è solo un problema, che prima bisogna vincere qualcosa e non necessariamente un mondiale... basterebbe una partita: sarebbe la prima.

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