Travaglio deve 16mila euro a Schifani
Succede anche ai migliori. Marco Travaglio sarà costretto a risarcire con 16mila euro il presidente del Senato Renato Schifani. La decisione è stata presa dalla settima sezione civile del tribunale di Torino. Schifani aveva chiesto (1.750.000 euro) per diffamazione in seguito a quanto il giornalista aveva scritto sull'Unità e affermato in due puntate di Crozza Italia e Che Tempo che fa. I giudici hanno riconosciuto l'elemento diffamatorio soltanto nella trasmissione di Fabio Fazio quando Travaglio - parlando della seconda carica dello Stato - aveva evocato la metafora del lombrico e della muffa. Il resto è stato giudicato pertinente al diritto di cronaca, di critica e di satira. Il collegio difensivo del presidente del Senato ha preso atto con soddisfazione, secondo quanto si è appreso, che i giudici hanno riscontrato la diffamazione da parte del giornalista Marco Travaglio nella trasmissione Che tempo che fa e hanno confermato che il risarcimento sarà devoluto, come era già stato dichiarato, interamente in beneficienza. In ogni caso, i difensori di Schifani, si sono riservati di conoscere nel dettaglio il dispositivo della sentenza per valutarla in tutte le parti. Ma soddisfatto è anche Travaglio: «Sono contento che il presidente Schifani sia contento. Ma nemmeno io mi posso lamentare, per due motivi. Il tribunale gli ha liquidato meno di un centesimo di quanto pretendeva da me (gli devolverò un terzo dei 41mila euro che ho appena ricevuto da Vittorio Sgarbi, come risarcimento per la diffamazione subita ad Annozero); ma soprattutto il tribunale ha riconosciuto che tutto quel che ho detto e scritto sui suoi rapporti con uomini di mafia era vero e documentato, mentre quello che lui sosteneva nel suo atto di citazione era falso». «Il giudice - sottolinea il giornalista - mi ha condannato solo per una battuta. Dunque, da oggi, si può dire che la seconda carica dello Stato ha avuto rapporti con gente di Cosa Nostra, ma non che il suo successore potrebbe essere un lombrico o una muffa. Battuta che mi è costata un pò cara, ma ne è valsa comunque la pena». Immediata la replica del sentatore Pdl Lucio Malan: «Spiace che Travaglio continui a giocare nel torbido dopo che è stato riconosciuto il suo intento diffamatorio nei confronti del presidente del Senato Renato Schifani. Anche perché i giudici hanno deciso che alcune sue affermazioni possono rientrare nel diritto di critica ma non sono per questo veritiere. Travaglio confonde la critica con la verità».