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Lega tra governo e secessione

La Lega a Pontida, Umberto Bossi e Roberto Cota

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Umberto Bossi ha concluso i festeggiamenti leghisti per il ventesimo appuntamento del popolo del Carroccio a Pontida in un prato fangoso ma "caldo" usando temi e toni consueti, secessione e federalismo in primis. Il senatùr spesso si è rivolto spesso ai big del Carroccio sul palco invocando l'indipendenza del Nord che, a scanso di equivoci, dovrà essere pacifica e "senza fucili". E sulla riforma federale il leader del Carroccio reclama a sè il ruolo centrale del processo: "Ministro del federalismo resto io - ha detto Bossi -  Lo porteremo avanti ancora con Calderoli. Brancher deve pensare a realizzare il decentramento: non ci saranno problemi". Raffreddando l'ala più agguerita dei suoi seguaci Bossi sulla secessione ha sostenuto che ci sono "molti milioni di uomini che potrebbero battersi, ma la via pacifica è la migliore. La lotta non finirà finché la Padania non sarà libera, so benissimo cosa vuole il Nord. Abbiamo pensato di ragionare in modo diverso e abbiamo scelto la strada pacifica, più tranquilla, la migliore rispetto a quella dei fucili. Ma non dimentichiamo che la Lega è nata per la libertà della Padania. Continueremo fino alla Padania libera ma senza i fucili".   TENIAMO NOI UNITO IL PAESE - Dal palco parla tutto lo stato maggiore della "Lega di Governo". Prima di Bossi, si alte rnano i ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni, la Vicepresidente del Senato Rosi Mauro, i neo Governatori di Piemonte e Veneto Roberto Cota e Luca Zaia.  Il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli scalda più di altri i tanti "ombrelli verdi" sul prato di Pontida.  "Se non arriverà il federalismo - dice l'ex Guardasigilli - ci potrà essere solo la secessione. Non perché la chiederà la Lega, ma tutto il Nord. Questo bisogna dirlo con chiarezza". Per questo, sottolinea Castelli, "oggi è proprio la Lega che tiene unito lo Stato, altro che lo disgrega". L'INNO È IL VA' PENSIERO - Sul prato zuppo di Pontida i notabili leghisti affrontano i temi cari al popolo verde, come la questione legata all'inno nazionale. "L'inno della Lega Nord e della Padania è uno solo: è il Va' Pensiero", ha ricordato Federico Bricolo durante il suo intervento. "A qualcuno dà fastidio ma noi teniamo alto il nostro pensiero. Ci vorrebbero tutti uguali ma noi difendiamo la nostra identità, fieri e orgogliosi", ha sottolineato il capogruppo della Lega in Senato.   BASTA ENTI SPRECONI - Il presidente del Veneto, Luca Zaia, tuona invece contro le Regioni con buchi di bilancio per la sanità. "Siamo stanchi di Regioni che hanno buchi di miliardi e noi dobbiamo pagare. Arrangiatevi", ha detto dal palco del raduno di Pontida. "Fatta salva la sussidiarietà nazionale, noi ne abbiamo le tasche piene, siamo stanchi", ha ribadito.  

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