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Pd all'attacco: Berlusconi a casa Lega "mollacciona" coi miliardari

Il leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani

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Bersani difende la Carta costituzionale e va all'attacco del capo del governo. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, durante la manifestazione democratica contro la Finanziaria, legge il primo articolo della Carta ("L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione") e aggiunge: "Berlusconi, che pure ha una memoria attenta, non si ricorda il secondo comma dell'articolo 1 della Costituzione, quello che parla delle forme e dei limiti in cui viene esercitata la sovranità popolare..." Per il premier, secondo Bersani, gli organi costituzionali e i contrappesi previsti dalla Carta sono solo ostacoli. Ma, avverte, "lui su tutto questo ha giurato, la Costituzione non è a disposizione di nessuno. Se non gli piace se ne vada a casa". Bersani cita la Costituzione e aggiunge: "Queste parole sono la nostra bandiera, ci indicano la strada". Peraltro, insiste, l'articolo 1 della Costituzione dice anche che "questione democratica e questione sociale si tengono, si danno la mano. E sono questioni entrambe aperte" dal momento che il governo dà risposte "sbagliate" alla crisi sociale ed economica e al tempo stesso porta avanti uno "svilimento e una deligittimazione delle regole democratiche". Ma, avverte Bersani, "il populismo è una macchina tarata per fare consenso, non per governare. Non permette di affrontare i problemi, porta solo a rilanciare, a tirare la palla più in là, a dire 'datemi più poteri'. Ma così si porta il Paese al disastro".   TIFANDO PARAGUAY - Bersani ne ha anche per il Carroccio. Per il segretario del Pd la Lega fa la voce grossa quando si tratta di criticare l'inno di Mameli o la Nazionale ma è "un po' mollacciona" di fronte "ai miliardari". Bersani sferza il leader della Lega Umberto Bossi: "Voglio mandare un messaggio a Pontida - dice il segretario - Umberto, guarda che col 'Va' pensiero' o tifando Paraguay non si mangia mica... E non si fa nemmeno il federalismo". Gli attacchi ai leader della maggioranza non sono però sufficienti. "Dobbiamo trasformare la rabbia in energia positiva, in una possibilità di cambiamento" rilfette Bersani, secundo cui il Pd è "un partito di governo temporaneamente all'opposizione". "Noi dobbiamo andare dove c'è la gente, dove c'è il corpo, e portare qualche idea. Usiamo tutti gli strumenti, vecchi e nuovi, per arrivare alle persone. Siamo un bel partito, dobbiamo essere più forti delle nostre debolezze perchè la gente ha bisogno di noi", incalza Bersani. .   REGIONI CON LA PISTOLA - L'obiettivo della manifestazione di oggi era però la finanziaria varata dall'esecutivo. La manovra è ingiusta e "sbagliata", pagano i ceti più deboli mentre "gente che ha una ricchezza e un patrimonio come quelli di Berlusconi paga zero", dice il segretario del Pd. Per Barsani il governo scarica il peso dei sacrifici sulle Regioni e sugli enti locali: "Danno la pistola in mano alle Regioni e agli enti locali perchè siano loro a sparare. E sparano al popolo, non alle quaglie". Aggiunge Bersani: "In questa manovra non c'è un'idea, saremo daccapo dopo qualche mese, dopo aver dato un'altra botta ai redditi bassi e agli investimenti. Una manovra sbagliata, depressiva e zoppicante".   TROPPI SOLDI BUTTATI - E' vero che bisogna mettere i conti a posto, riconosce Bersani, "lo so anch'io che adesso ci sono 24 miliardi da trovare", ma se si è arrivati a questo punto è perchè per due anni il governo ha voluto negare l'evidenza, "ha continuato a dire che la crisi era solo psicologica, che c'erano spiragli, che noi stavamo meglio degli altri... A furia di spiragli e di soldi buttati via, come il regalino post-elettorale fatto con quel Consiglio dei ministri durato nove minuti e mezzo, ci siamo svegliati una mattina e abbiamo trovato che i conti non erano a posto". Anche gli altri paesi europei, riconosce Bersani, sono dovuti intervenire ma in questo caso lo squilibrio dei conti è dovuto alle misure a sostegno degli investimenti o agli interventi per salvare le banche, cose che in Italia non sono state fatte. Bersani tratta anche il tema della intercettazioni. Il Pd non ci sta a "ridurre la lotta alla criminalità e mettere i bagagli all'informazione", dice dal palco. E se ora il Governo ha deciso di fermarsi e riflettere, "noi comunque saremo vigili, perchè siamo abituati al fatto che prima partono in quarta, poi dicono alt per riflettere, non trovano la quadra e quindi si rimettono l'elmetto e vanno avanti".    

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