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La cura di Gianni Alemanno: "Tagli ai dirigenti e meno spese"

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Il debito di Roma vola e supera i 12 miliardi di euro. Il sindaco Gianni Alemanno prepara un piano per ridurre la spesa. Si punterà alla lotta all'evasione fiscale ma anche alla «rimodulazione» delle rette di nidi e asili, al taglio degli stipendi e dei componenti dei cda delle società partecipate. Il primo cittadino è preoccupato e non usa mezzi termini: dall'analisi del commissario governativo «è emersa una serie di cose nascoste sotto il tappeto, di espropri non pagati, di contenziosi aperti che hanno portato a scoprire che il debito ammonta a una cifra più alta e cioè da 9,650 miliardi a 12,4». Si tratta, precisa Alemanno, «di un debito accumulato prima del 28 aprile 2008». Cifre astronomiche, superiori anche al debito che ha portato la Grecia a gambe all'aria. Certo «non è detto che tutto debba essere pagato perché può essere che il commissario governativo riesca a transare o a negoziare», precisa ancora il sindaco di Roma che ha la speranza di ottenere «qualcosa in più dallo Stato» oltre ai 300 milioni previsti, «per esempio 350 milioni o forse di più», ma il compito dell'amministrazione è di «non tornare ad accumulare nuovo debito». Insomma «Roma ha vissuto al di sopra delle sue possibilità. Si è incassato poco, ci sono un sacco di servizi romani che non vengono pagati, anche servizi come gli asili nido». Ma non è tutto perché negli ultimi anni il Campidoglio, secondo Alemanno, «si è imbarcato in avventure impossibili anche se a volte necessarie come le metropolitane; si è pensato a opere pubbliche senza le dovute coperture». Cioè «si è speso più di quello che si aveva». Per questo presto ci sarà la tassa di soggiorno a carico dei turisti. Poi servirà una lotta radicale all'evasione fiscale e all'abusivismo. È il compito più difficile che attende Alemanno: «Serve un bilancio molto serio e duro e chiamare i cittadini alla responsabilità e alla partecipazione e insieme portare Roma fuori da questa situazione». E se nel weekend il sindaco ha deciso di portare la Giunta, il presidente del Consiglio comunale e il capogruppo del Pdl in «ritiro» a Monte Porzio Catone per elaborare nuove strategie antisprechi, l'idea è coinvolgere nel risanamento tutti i cittadini. Per questo lunedì Alemanno parlerà in diretta Web ai romani. Già sono previsti la riduzione dei componenti dei cda delle partecipate del Comune e il taglio degli stipendi dirigenziali: «Sono norme previste dalla manovra che applicheremo nel 2011 e che rappresentano uno dei tanti passaggi per risolvere i costi della macchina amministrativa». Cambieranno anche le tariffe delle scuole comunali. Il sindaco non parla di aumenti ma di «rimodulazione» e assicura: «Non dobbiamo più vedere persone che si recano presso servizi pubblici comunali a bordo di grandi autovetture e con redditi chiaramente fuori dalla fascia di intervento sociale». Critico l'ex assessore al Bilancio delle Giunte Veltroni, Marco Causi, oggi deputato del Pd: «Il lievito per gonfiare la massa debitoria della gestione straordinaria del Comune di Roma si è rimesso in moto. Vengono adesso inseriti in quel perimetro tutte le erogazioni necessarie per le metropolitane fino al 2013 e nuovi contenziosi urbanistici per oltre un miliardo di euro. Il sindaco candidamente dichiara che "non è detto che tutto vada pagato". Ricordo ad Alemanno che se Roma si è potuta candidare per le Olimpiadi è grazie ai cantieri delle metropolitane, a quelli di Tor Vergata, a quello del Centro Congressi dell'Eur. Erano e sono opere necessarie alla crescita della città verso standard europei. La giunta precedente aveva anche predisposto un programma per completare il finanziamento di queste opere, ad esempio con la vendita delle case del Comune e con la valorizzazione delle aree pubbliche come Collatina-Togliatti. Ma la nuova giunta - attacca Causi - non si è mossa quasi per nulla sul lato delle entrate».

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