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Scompaiono i Municipi, così Roma sarà Capitale

Il Campidoglio, Roma

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Roma sarà Capitale. Il primo a dare l'annuncio è stato il sindaco Alemanno. «Ringrazio il governo di aver approvato sollecitamente in prima lettura questo decreto legislativo che è il primo di una serie per la legge su Roma Capitale. Questo decreto riguarda la struttura interna di funzionamento dell'ente locale speciale Roma Capitale mentre è in corso di studio e di confronto, con Regione, Provincia e ministero, un secondo decreto sui poteri che spetteranno a Roma Capitale». Inizia così quella rivoluzione istituzionale, e dunque amministrativa, attesa da oltre mezzo secolo e che verrà completata in settembre, quando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano salirà al colle capitolino proprio per il conferimento dei poteri speciali. Un passo importante, quello siglato ieri dal presidente del Consiglio e che riserva più di una sorpresa. Nonostante le aspettative dei diretti interessati, infatti, il numero dei consiglieri eletti nell'Assemblea capitolina scende da 60 a 48. Meno consiglieri dunque ma con stipendi più elevati. la retribuzione terrà infatti conto «della complessità e della specificità delle funzioni conferite a Roma Capitale», si legge al comma 5 dell'articolo 5. Il numero degli eletti in aula Giulio Cesare condiziona poi la composizione della giunta che, a questo punto, potrà avvalersi di 12 assessori. Ma non è tutto. Come annunciato mesi fa da questo giornale, e nonostante le smentite di allora, la rivoluzione più incisiva per la vita politica e amministrativa della Capitale arriva dai Municipi. È scritto nero su bianco al comma 5 dell'articolo 3: «L'Assemblea capitolina, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, approva lo statuto di Roma Capitale... Lo statuto disciplina, nei limiti stabiliti dalla legge, i municipi di Roma Capitale, quali circoscrizoni di decentramento, in numero non superiore a dodici». Spariscono dunque dalla cartografia romana sette parlamentini locali. E non sarà facile stabilire quali. Per quanto riguarda invece i rapporti tra giunta e assemblea, tra le novità, l'inserimento della procedura d'urgenza che può essere richiesta dal sindaco su alcune deliberazioni, e la «sospensione» dall'incarico di consigliere per gli assessori, che possono essere sostituiti in aula dai primi dei non eletti della stessa lista. La supplenza può terminare con la cessazione della sospensione. Questo significa che l'assessore, eletto consigliere, se dimissionario può tornare in aula. La parola ora passerà proprio al Consiglio comunale che dovrà iniziare a scrivere quello statuto destinato già ad entrare nella storia nazionale.

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