Sulla manovra la spuntano le Regioni

Il governo rivedrà i tagli imposti alle Regioni. Dopo le proteste dei giorni scorsi, il premier Berlusconi ha incontrato ieri a Palazzo Grazioli una delegazione dei governatori. «Fermo restando che i saldi non devono cambiare c'è la volontà del presidente del Consiglio di lavorare affinché non siano le Regioni a pagare un prezzo così alto», ha spiegato la presidente del Lazio Renata Polverini, che ha mostrato soddisfazione: «Gli abbiamo espresso le nostre preoccupazioni trovando grande disponibilità da parte sua». In effetti, dei 24 miliardi di euro della manovra economica quasi 13 sono caricati sulle spalle delle Regioni. «Berlusconi ci ha ricordato che questa manovra ci viene chiesta dall'Europa, che è meno pesante di quella di altri Paesi dell'Unione Europea e che è necessaria - ha ricordato la Polverini - Ma sono cose che le Regioni sanno benissimo. Abbiamo ribadito al presidente Berlusconi che molte Regioni, in particolare quelle che hanno cambiato la maggioranza che le guida, stanno già lavorando per intervenire fortemente sugli sprechi e gli eccessi di spesa per l'apparato burocratico. La manovra penalizzerebbe questa azione di risanamento». Poi ha concluso: «Con i mancati trasferimenti della legge Bassanini di fatto si complicherebbe molto la possibilità di realizzare il federalismo fiscale». «Il premier - ha osservato anche il numero uno della Lombardia Roberto Formigoni - ha confermato la disponibilità a cambiare le voci di spesa della manovra ma non a toccarne il valore complessivo. Berlusconi ci ha spiegato che il governo va in Parlamento per difendere i numeri della manovra ma si può discutere il riparto dei sacrifici perché alle Regioni è stato chiesto un sacrificio esorbitante». Conferma il ministro agli Affari regionali Raffaele Fitto: «È possibile aprire un confronto ma senza toccare i soldi né mettere in discussione i saldi. Serve un approccio diverso, serve più responsabilità da parte degli enti locali». Oggi, dunque, comincerà il confronto tra governo e Regioni. I tecnici dell'esecutivo e degli enti locali si riuniranno al ministero per i Rapporti con le Regioni. Intanto la protesta si allarga. I tagli alla sanità previsti dalla manovra economica potrebbero mettere a rischio molti servizi. Per questo ieri sono scesi in piazza i medici. Oggi toccherà invece ai magistrati che sospenderanno le udienze per un'ora per protestare contro una manovra caratterizzata da «iniquità e irragionevolezza», dice il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. Mentre Legambiente attacca sul trasporto: a rischio un treno su due dei pendolari.