Sangalli chiede riforme vere «Si parta con un fisco più giusto»
Maattenzione, ribadisce Sangalli, a un parterre che vede il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, seduto tra il sottosegretario Gianni Letta e il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, perché le misure non bastano. Sì perché l'Italia ha imboccato la via di uscita dalla recessione ma nel suo complesso il motore gira ancora troppo piano, come dimostra il pil in crescita appena dello 0,5% nel primo trimestre. Un dato letto però dal premier Berlusconi in chiave positiva: «è incoraggiante perché significa che la ripresa c'è». I commercianti però insistono e chiedono le riforme strutturali. A cominciare da quella per un fisco meno asfissiante per le imprese. I dati di una ripresa timida - osserva Sangalli -, con la stima di una crescita del pil dello 0,7% nel 2010 e dell'1% nel 2011, invitano all'azione e soprattutto al rilancio di quel settore dei servizi che gioca un ruolo forte nell'economia nazionale, al pari di manifattura ed export. Si parta dalla riforma della tassazione insiste il numero uno di Confcommercio che la considera una riforma strutturale fondamentale che, incrociandosi con la costruzione del federalismo fiscale, va fatta per ridurre le tasse. «Bisogna ridurre l'Iva e l'Irap - dice Sangalli - anzi, l'Iraq, come l'hanno ribattezzata a Prato guardando i suoi effetti devastanti». Per chi paga regolarmente tasse e contributi, sottolinea, la pressione fiscale complessiva ed effettiva è ben superiore al 43,2% del Pil, dato ufficiale relativo al 2009, e può essere stimata prossima al 52%. Non c'è solo quello. In tutto il Paese, ma particolarmente nel Mezzogiorno, la tutela rigorosa della legalità e della sicurezza e il contrasto determinato di ogni forma di criminalità sono pre-requisiti fondamentali di crescita e sviluppo. Sangalli ricorda che nel settore dei servizi di mercato i costi diretti ed indiretti delle attività criminali, della contraffazione e dell'abusivismo sono ammontati nel 2009 a 9 miliardi di euro. Troppi. Ma il presidente Sangalli non avanza solo richieste. Dal palco arrivano anche proposte da avviare per rimettere in moto l'economia legata ai servizi. Una concorrenza «che deve essere sempre a parità di regole e meno sbilanciata», un piano straordinario «Servizi 2020» rivolto all'innovazione attraverso la rimodulazione di risorse nazionali e comunitarie già disponibili, la promozione del commercio in città a fronte di «palpabili rischi di desertificazione commerciale dei centri storici e delle periferie». E ancora un nuovo impegno per raddoppiare nei prossimi anni il contributo del turismo alla formazione del Pil del Paese, attestandolo al 20% del totale. Per l'associazione di Piazza Belli serve ancora un piano e un patto nazionale per la mobilità urbana per ridurre il costo della congestione valutato in circa 9 miliardi di euro all'anno, un progetto strategico italiano per la promozione congiunta dell'efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e della cogenerazione, e la costruzione di «reti» per la crescita delle piccole e medie imprese. Fil.Cal.