La Fiom Cgil resta all'angolo
Dasola. Nessun sindacato tra i maggiori più importanti ha esitato a firmare, ieri, il nuovo accordo a loro sottoposto dalla Fiat sulla produzione a Pomigliano d'Arco. A vincere le ultime resistenza di Fim, Uilm, Fismic e Ugl l'inserimento di un sedicesimo punto che istituisce una commissione paritetica di raffreddamento sulle sanzioni previste in caso di violazione dell'intesa. Una richiesta delle organizzazioni sindacali che ha avuto il via libera da Torino. Ora l'accordo sarà sottoposto al referendum tra i lavoratori, il 22 giugno. E in caso di esito positivo consentirà alla casa torinese di portare la produzione della Panda nello stabilimento campano. Gli investimenti del Lingotto, 700 milioni di euro, restano infatti subordinati alla consultazione. La Fiat ha integrato la sua proposta con la commissione paritetica azienda-sindacati sulle sanzioni da applicare ai lavoratori che non dovessero rispettare l'accordo, ma non ha fatto passi indietro sugli aspetti, quelli che riguardano diritti ritenuti indisponibili, che la Fiom continua a ritenere contro la legge e contro la Costituzione. L'accordo è stato salutato con grande soddisfazione anche dal governo. A partire dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ne ha evidenziato, con poche parole, le conseguenze sul futuro delle relazioni industriali: «È la rivincita dei riformisti su tutti gli altri» Non si è mossa di un millimetro invece la Fiom secondo la quale «si tratta di un testo irricevibile, che va oltre le questioni relative allo stabilimento, che pone problemi seri di contrasto alla Carta costituzionale per quanto riguarda il diritto di sciopero,e deroga alle leggi e al contratto nazionale»ha detto il responsabile del settore auto della Fiom, Enzo Masini. Eppure il suo no arriva nel giorno che conferma il calo delle vendite di auto a maggio. La Fiat in particolare ha registrato una forte frenata, che si ripercuote sul gruppo Fiat con una flessione delle immatricolazioni nell'Ue a 27 del 22,7%. In calo anche anche la quota del Lingotto: al 7,9% (dal 9,2%) nell'Ue a 27 paesi.