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Intercettazioni, Bondi: "Dai finiani solo dichiarazioni inappropriate"

Sandro Bondi

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Tema caldissimo nel confronto tra maggioranza e opposizione, quello delle intercettazioni rimane un argomento di fibrillazione all'interno dello stesso centrodestra. "Se non rispettiamo un punto saliente del  programma come la legge sulle intercettazioni, facciamo prima ad andare a casa che a proseguire la legislatura", e' l'avvertimento che arriva dal ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Posizione tutt'altro che solitaria, visto che anche Gaetano Quagliariello osserva  che "saremmo di fronte all'atto di nascita di un partito  all'interno di un altro partito, se si volesse cambiare la decisione assunta all'unanimita' dall'ufficio di presidenza  del Pdl". Il vicepresidente dei senatori Pdl teme che "si voglia scaricare su altri la necessita' di rivedere il testo:  il Parlamento, la Corte costituzionale e perfino il Capo dello Stato".  "Meglio mantenere il cantiere aperto", esorta invece il finiano Carmelo Briguglio. "Il Pdl - osserva - e' a un bivio: trovare alla Camera le soluzioni ai problemi innegabili che il testo licenziato dal Senato ancora presenta, prevenendo le obiezioni che potrebbero essere manifestate dal Capo dello Stato al momento della firma. Oppure, come sentiamo dire dai grandi strateghi della soluzione finale, prepararsi a uno scontro istituzionale col Capo dello Stato, il che passerebbe per una riapprovazione del medesimo testo eventualmente non promulgato da Napolitano". "Uno scenario di guerra", avverte il vicepresidente dei deputati Pdl che "nelle intenzioni degli strateghi che l'hanno pensato, porterebbe al redde rationem delle elezioni anticipate. Non ci vogliamo credere, ma e' bene parlarne, sia pure per scongiurarlo". Scenario evocato anche da Italo Bocchino: "Non vorrei che qualche falco berlusconiano volesse lo scontro istituzionale e accarezzasse l'idea di farsi respingere la legge dal Capo dello Stato per riapprovarla nello stesso testo e avviare uno scontro costituzionale".  Parole censurate dal coordinatore Pdl Sandro Bondi: "E'  riprovevole ricorrere, come fa l'onorevole Bocchino, ad argomenti risibili e inappropriati sia quando chiamano in  causa il Pdl che ancor piu' le libere e insindacabili decisioni del Capo dello Stato". Dall'opposizione e' invece Pier Ferdinando Casini a dire no a una legge "sicuramente sbagliata, che rischia di favorire i delinquenti". "La privacy - aggiunge - va tutelata, ma era un'esigenza che anche il governo Prodi aveva intravisto quando Mastella aveva fatto lo stesso provvedimento. Oggi, per tutelare la privacy non possiamo permetterci di compromettere la lotta alla delinquenza". "E' umorismo - conclude il leader  Udc - nemmeno politica". VERTICE DEL PDL  Il ddl sulle intercettazioni sarà  al centro di un vertice del Pdl in programma domani, all'ora di  pranzo, a Palazzo Grazioli. Alla riunione con Silvio Berlusconi  saranno presenti i coordinatori nazionali del partito, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, i capigruppo di Camera e Senato e il deputato Niccolò Ghedini, legale del premier.

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