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Complotto anti-Cav, spuntano i politici

Silvio Berlusconi

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L'inchiesta sul presunto complotto ai danni del premier Berlusconi sarebbe solo all'inizio. Per ora sotto indagine, e agli arresti domiciliari, c'è un tenente colonnello della Guardia di Finanza. Nel mirino dei pm baresi ci sono anche la posizione di un collega di Trani e quella di un ex colonnello delle Fiamme Gialle. Ma soprattutto cominciano a spuntare i nomi di politici e di avvocati. Il secondo ufficiale, un ex colonnello della Finanza, e il pubblico ministero, sono stati intercettati mentre parlavano con l'unico indagato e una cronista. Per ora, dunque, il bilancio è di un finanziere iscritto sul registro degli indagati (Salvatore Paglino) e di uno suo ex collega sotto osservazione (Mario Ortello) e di un sostituto procuratore della Repubblica il cui nome è inserito nelle conversazioni registrate dalla Squada Mobile di Bari (Michele Ruggero). Ma la lista si potrebbe allungare nei prossimi giorni. Oltre alla procura di Bari, adesso sulla fuga di notizie sta svolgendo accertamenti anche quella di Trani. E nel mirino dei magistrati dei due palazzi di giustizia pugliesi ci sarebbero anche esponenti politici e legali. Entrambi, infatti, secondo gli inquirenti, non è escluso che possano aver agevolato la circolazione delle carte processuali coperte da segreto istruttorio. Si allargano a macchia d'olio quindi le due inchieste sulla fuga di notizie, che secondo gli inquirenti potrebbero essere state proprio pilotate per colpire il governo Berlusconi. All'esame degli inquirenti, proprio i possibili rapporti tra alcuni esponenti politici, avvocati, l'ufficiale delle Fiamme Gialle Paglino e il magistrato di Trani (che non risulta indagato). Proprio per fare il punto su quanto stanno compiendo i due uffici giudiziari, ieri c'è stato un incontro tra il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, e quello di Trani, Carlo Maria Capristo: il summit si è svolto nel palazzo di giustizia di Trani. Per ora risulta indagato il tenente colonnello della Guardia di Finanza di Bari, Salvatore Paglino, agli arresti domiciliari per peculato dal primo giugno scorso su richiesta dei pubblici ministeri Teresa Iodice e Giuseppe Dentamaro. Oltre a Paglino è stato intercettato dagli inquirenti baresi il pubblico ministero in servizio a Trani, Michele Ruggero che, con alcuni giornalisti, ha parlato dell'indagine Agcom-Annozero utilizzando il cellulare dell'ufficiale colpito dal provvedimentio restrittivo. L'incontro tra i due capi delle procure è stato deciso per favorire l'attività di coordinamento tra i due uffici (entrambi hanno infatti in corso indagini collegate per rivelazione del segreto d'ufficio). Per questo è stato deciso uno scambio di atti e di informazioni e sono state decise le direttive da impartire alla polizia giudiziaria per proseguire le indagini. E per individuare eventuali complici del tenente colonnello Paglino che ha indagato nelle più importanti inchieste coordinate dalle procure di Bari e di Trani: dal giro di escort gestito da Gianpaolo Tarantini, alle presunte pressioni di Silvio Berlusconi per far chiudere la trasmissione di Michele Santoro «Annozero». E proprio le carte processuali di queste indagini sono finite nelle mani di giornaliste, che hanno anche parlato telefonicamente con il magistrato di Trani che indagava sul comportamento del premier e che lo aveva anche iscritto sul registro degli indagati. La stessa procura di Trani, inoltre, ha aperto un fascicolo su un'altra fuga di notizie. Nel fascicolo sono stati iscritti sul registro degli indagati due cronisti: uno accusato di furto aggravato e pubblicazione arbitraria di atti giudiziari, il secondo invece di ricettazione. Per quanto riguarda questi due giornalisti, gli inquirenti sono convinti di riuscire a chiudere le indagini entro l'estate dando poi la possibilità ai difensori degli indagati di presentare le memorie difensive. «Il giornalismo serio non è un copia e incolla di alcuni materiali per conto dei sostituti o con la complicità della Guardia di Finanza», ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, a margine del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in corso a Santa Margherita, sul ddl sulle intercettazioni. Gasparri ha definito quella di Trani «una vicenda scandalosa» che andrebbe «studiata nelle scuole di giornalismo».

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