Un'estate con il fiato sospeso per il Consiglio regionale del Lazio

IlTribunale amministrativo ha infatti rinviato al 16 settembre la decisione sui tre seggi aggiuntivi che significano per il centrodestra la tenuta della maggioranza. La piorità resta dunque ancora l'accordo con l'Udc per chiudere la composizione della giunta Polverini, delle commissioni consiliari e del rinnovo dei vertici delle società partecipate, sospese nell'attesa della sentenza del tribunale e, appunto, dell'ingresso del partito di Casini nel governo della Regione. La strada però è ancora in salita. A far tornare il gelo in casa Udc le parole della governatrice. «L'Udc entrerà, direi che ci siamo. Stiamo lavorando per completare la giunta». Una dichiarazione unilaterale però. Da quanto risulta infatti all'Udc non sarebbe stata fatta alcuna proposta ufficiale. Ma se questo può rientrare nel gioco delle parti, a deludere le aspettative è, piuttosto, la risposta della Polverini alla domanda su quale assessore dovrebbe sacrificarsi per consentire l'ingresso di Luciano Ciocchetti e Aldo Forte nella squadra di governo del Lazio: «Non ci saranno sacrifici». Eppure, almeno due uomini dovranno fare spazio agli esponenti centristi, in virtù di quella quota rosa che blocca a undici il numero di assessori uomini presenti in giunta. Un numero già esaurito dalla Polverini, da una parte e dal diniego dei centristi di «subire» anche la quota rosa dall'altra, dopo aver fatto un passo indietro rispetto all'accordo pre-elettorale che vedeva assegnati all'Udc la vice presidenza della Regione e tre assessorati. Gelo dunque in via Due Macelli, dove si continua a respingere l'ipotesi di affidare ai centristi gli assessorati al Personale e al Welfare, cioè formazione e lavoro. La richiesta è infatti quella di ottenere almeno un assessorato di fascia A (ad esempio Bilancio o Lavori Pubblici) o, la vice presidenza della Regione. Un'ipotesi che tuttavia gli ex di An respingono al mittente, considerando il conto con l'Udc già in parte saldato con la vice presidenza del Consiglio regionale. Più possibilisti ex azzurri. Qui si pensa a riproporre la vice presidenza della Regione all'Udc che dovrebbe però cedere la vice presidenza del Consiglio. Un ulteriore passo indietro già respinto dal partito di Casini. Non solo. Il leader centrista starebbe per perdere la pazienza in merito a una vicenda che si trascina da oltre due mesi senza tra l'altro trovare ancora una sintesi politica trasparente. Per questo, i sei consiglieri regionali si aspettano che da un momento all'altro arrivi la direttiva del partito di dare appoggio esterno alla maggioranza di centrodestra. A quel punto ogni delibera, ogni mozione, ogni provvedimento si voterebbe sempre sul filo del rasoio.