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Confartigianato lancia il patto per cambiare marcia

Il presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini

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Uno degli applausi più convinti da parte della platea Giorgio Guerrini, presidente della Confartigianato, lo strappa quando parla del condono: «Non ho visto artigiani in fila davanti alla banche per approfittare dello scudo fiscale». Una dichiarazione di onestà che inorgoglisce centinaia di delegati arrivati da tutta Italia. Tradotto: troppo facile sparare sull'evasione della categoria, le microimprese non sono il luogo dove si annida l'evasione. Anzi con la crisi si sono prodotti effetti drammatici sugli imprenditori e sulle loro famiglie. Ed è di nuovo l'orgoglio del piccolo imprenditore a emergere quando Guerrini ribadisce che «in Italia continuano a nascere 1.958 imprese al giorno e un quarto di queste sono artigiane. Un piccolo, grande miracolo». La relazione del presidente di Confartigianato si fa politica e propositiva quando lancia un patto per «cambiare marcia», chiede di non depotenziare la manovra, a tutti ricorda che «questa è l'Italia produttiva, l'Italia dell'economia reale che non ha perso la voglia di reagire». L'intesa sarebbe bipartisan: «Utilizziamo i prossimi tre anni per fare un cambio di marcia, impegnandoci ognuno a fare la propria parte, privati e pubbliche amministrazioni, a tutti i livelli, lavorando senza steccati ideologici per il bene comune». Il plauso degli artigiani e delle pmi alla proposta sulla libertà d'impresa e modifica dell'art.41: «una rivoluzione liberale» che le imprese attendono da anni. «Liberiamo l'impresa dai lacci e lacciuoli della burocrazia, recuperiamo il grave ritardo rispetto all'Europa, eliminando i controlli ex ante sull'attività di impresa a favore del rafforzamento di controlli pubblici ex post» chiede Guerrini. «Semplificazione burocratica e riduzione della pressione fiscale sono in testa alle aspettative dei nostri imprenditori» ha detto sottolineando che, invece, i tempi di pagamento della P.a stanno allungandosi. C'è spazio anche per la manovra non sia «a marcia indietro», il presidente della Confartigianato auspica che «si operi velocemente e che la manovra non si indebolisca nel percorso parlamentare». «Non vorremmo che le misure assunte, dure ma necessarie in quanto dure, perdano la loro efficacia a seguito dell'apertura di un indefinito periodo di contrattazione in cui gli enti pubblici ritornino a essere tutti essenziali, o in cui i tagli debbano essere fatto altrove e soprattutto da qualcun altro». Quello di Guerrini è un appello alla responsabilità, «per accettare i sacrifici necessari a rimettere in sesto i conti del Paese, per non ritrovarci tra pochi mesi alle prese con una nuova manovra». Tra il 2000 e il 2008 le retribuzioni lorde della P.a. sono cresciute dello 0,4%, contro -1,2% della Germania e -0,4% della Francia, «difficile - ha detto tra gli applausi - spiegarlo alle aziende che hanno chiuso».

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