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Intercettazioni, domani la fiducia

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito

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Il Senato voterà domani la fiducia al governo sul ddl intercettazioni. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, convocata dopo che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha chiesto in assemblea che venisse posta la fiducia. Polemica sulla data in cui sarebbe stata concessa l'autorizzazione alla fiducia da parte del Consiglio dei ministri. Vito ha spiegato che il Cdm ha dato l'autorizzazione il 25 maggio: per l'opposizione però in quella data il Cdm avrebbe potuto porre la fiducia solo sul testo allora nelle mani dell'esecutivo. Secondo la maggioranza, invece, il Cdm pone la fiducia sul disegno di legge e non su un testo particolare, quindi non c'è nessuna anomalia regolamentare. «Vorrei la assicurazione che la autorizzazione sia stata data in modo corretto - ha detto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro -. Il ministro Alfano ha escluso fino a pochi giorni che il governo se ne fosse e se ne sarebbe occupato. La questione è seria e per assicurarci della legittimità di questo voto abbiamo chiesto assicurazioni al governo». Al di là del merito del ddl, l'opposizione critica il metodo. «La fiducia è una prova di debolezza» ha detto Gianpiero D'Alia, presidente dei senatori dell'Udc. «L'ostruzionismo dell'opposizione ci ha impedito di votare» ha replicato il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri. «Il testo sulle intercettazioni è pieno di elementi di irragionevolezza. Ci sono motivi per ricorrere alla Corte Costituzionale, prima di qualsiasi attività referendaria» ha invece aggiunto Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd. Domani alle 11.30 si terranno le dichiarazioni di voto, a seguire la votazione.

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