Berlusconi blinda il testo sulle intercettazioni

Silvio Berlusconi blinda il ddl intercettazioni alla Camera. Dopo estenuanti trattative, il premier spinge a chiudere i giochi sulle intercettazioni e su un testo del quale non è del tutto soddisfatto. «È passato all'unanimità in ufficio di presidenza ed io soltanto - sottolinea - mi sono astenuto perché la legge non risponde del tutto alle promesse che avevamo fatto nel programma». Ma adesso il Cavaliere vuole solo portare a casa una legge che «le lobby dei magistrati e dei giudici hanno tentato di bloccare» ma che è comunque un buon compromesso, un primo soddisfacente passo «nel lungo cammino per il nostro diritto alla libertà». Per questo, avverte, il testo che uscirà da Palazzo Madama, non verrà ulteriormente ritoccato. Anche perché su quel testo c'è l'ok di Gianfranco Fini che, comunque, non rinuncia a punzecchiare il premier: «Va ad onore di Berlusconi essersi astenuto sul ddl intercettazioni perché? A suo avviso, non manterrebbe in toto gli impegni presi con gli elettori in materia di tutela della privacy. Comunque sono certo che Berlusconi concordi con me sul fatto che la nuova formulazione del ddl fa sì che esso di certo non contrasti con altri impegni presi con gli elettori: quelli in materia di lotta alla criminalità e di difesa della legalità». E se Fini depone le armi, l'opposizione continua ad attaccare. «Fini si dice abbastanza soddisfatto? - commenta il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro - Io, invece, non mi accontento. Noi non ci accontentiamo».   In ogni caso stamattina la commissione Giustizia si riunirà per esaminare gli ulteriori emendamenti presentati dal relatore. Tra le principali modifiche introdotte la possibilità di prorogare le intercettazioni di tre giorni in tre giorni con provvedimento del gip e ulteriori sanzioni per gli editori rischiano 300mila euro di multa per la pubblicazione di intercettazioni (fino a 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti). Colpiti anche i giornalisti: fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10000 euro se pubblicano intercettazioni durante le indagini o atti coperti da segreto.