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Abete: premi pagati con risorse Fifa

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Giancarlo Abete

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"C'è molta attenzione sul versante fiscale. Se la Federazione determina un premio a un giocatore, è un reddito a 360 gradi e determina la tassazione. Sul versante fiscale dobbiamo dire che avere dei giocatori che guadagnano bene vuol dire anche avere la certezza di introiti per lo stato". BOTTA E RISPOSTA - Il presdiente della Figc Giancarlo Abete risponde alle dichiarazioni sugli introiti del calcio da parte del ministro della semplificazione normativa Roberto Calderoli. "Ingaggi alti nel calcio italiano? Non esistono delle realtà che riescono a competere a livello internazionale senza reggere i ritmi degli altri paesi. I nostri club, anche senza gli introiti derivanti da stadi e marchi riesce a competere con squadre come Real, che ha 400 milioni di fatturato o il Barcellona che ne ha 300. CALCIO A LIVELLO INTERNAZIONALE - Bisogna mantenersi a livello di target internazionali, l'importante che non ci siano risorse pubbliche. Se noi abbiamo grandi famiglie di imprenditori privati come Moratti, Berlusconi, Agnelli, Della Valle, De Laurentiis che investono nel calcio dobbiamo soltanto ringraziarli. Teniamo conto che se l'Italia avesse a 360 gradi la stessa competitività del calcio e dello sport ci sarebbe qualche problema in meno. L'auspicio fortissimo è che vada in porto il disegno di legge sui nuovi stadi che sposta gli investimenti dei privati quello che oggi è un onere delle amministrazioni. Se vogliamo che i privati investano nello sport, cerchiamo compatibilmente con il quadro normativo di mandare avanti questo disegno".

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