Di Pietro passa al contrattacco e denuncia tutti
Ilsottosegretario Guido Bertolaso parla così degli uomini della Protezione civile, nell'occhio del ciclone per le inchieste giudiziarie sui grandi eventi. «Noi non ci fermiamo e andiamo avanti nel nostro lavoro», ha aggiunto Bertolaso mentre assisteva a una esercitazione del Soccorso Alpino Nazionale al Colle della Scala, sulle montagne tra Piemonte e Francia. «È chiaro che a un certo punto bisognerà passare la mano - si limita a dire a proposito delle indiscrezioni sul suo addio alla Protezione civile - perché questo è un lavoro difficile, faticoso e stressante e non si può restare oltre certi limiti di tempo. Anche per me - ha concluso con una battuta - arriverà il momento di andare a spasso per queste eccezionali montagne». Mentre il numero uno della Protezione civile difendeva il Dipartimento della Presidenza del Consiglio, contemporaneamente il leader dell'Italia dei Valori partiva al contrattacco. Anche Di Pietro, infatti, come Bertolaso, sono finiti nel mirino della magistratura di Perugia che indaga sui grandi eventi e sulle case affittate a politici da parte della cricca presumibilmente come regalie. «Come preannunciato, l'onorevole Antonio Di Pietro ha depositato una denuncia-querela alla procura della Repubblica di Perugia nei confronti di plurime persone in relazione all'asserita locazione di due appartamenti che, secondo alcuni, egli avrebbe affittato da Propaganda Fide. Siccome tale circostanza non è storicamente vera, con tale denuncia e con la circostanziata documentazione prodotta, l'onorevole Di Pietro ha così portato all'attenzione dell'autorità giudiziaria le ragioni che stanno a monte di simili strumentali e denigranti ricostruzioni», ha scritto il partito dell'Italia dei Valori. Entrambi, comunque, si dovranno presentare negli uffici della procura umbra la prossima settimana. In base al calendario dei pubblici ministeri, Di Pietro dovrebbe essere interrogato come persona informata sui fatti martedì prossimo, mentre Bertolano il giorno successivo. Tutte e due fino ad oggi hanno respinto qualsiasi coinvolgimento nelle indagini perugine e anche qualsiasi favore ricevuto dagli impreditori indagati nella maxi inchiesta sui presunti appalti pilotati.