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Non solo case fantasma Sì al condono mascherato

Condono: interessati 1,3 milioni di immobili

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Quella che doveva essere un'operazione per far emergere le cosiddette case «fantasma» cioè mai registrate al Catasto, si è trasformata in un «condono mascherato». Insomma tutto come era previsto con l'obiettivo di aumentare il gettito e magari far digerire il resto della manovra. La sanatoria per l'emersione delle case-fantasma si estende anche a quegli immobili su cui sono state effettuate variazioni e ampliamenti non denunciati al fisco. I titolari degli immobili, si legge nel comma 9 dell'articolo 19 del decreto, «oggetto di interventi edilizi che abbiano determinato una variazione di consistenza ovvero di destinazione non dichiarata in Catasto, sono tenuti a procedere alla presentazione, ai fini fiscali, della relativa dichiarazione di aggiornamento catastale». Dati alla mano il condono allargato frutta un bel gettito. Secondo quanto è riportato dalla relazione tecnica che accompagna il decreto, la sanatoria per la regolarizzazione delle case-fantasma potrebbe riguardare 1,3 milioni di immobili, con una corrispondente rendita catastale di circa 627 milioni di euro. Il recupero di gettito Irpef stimato è quindi di 104 milioni di euro l'anno, in termini di cassa si prevedono 183 milioni nel 2011 e 104 sia nel 2012 sia nel 2013. La relazione tecnica fa anche una stima del gettito che dovrebbe venire dalla lotta all'evasione fiscale. Dei 24,9 miliardi, quasi la metà, ossia 9,456 miliardi al 2012, arriverà proprio dalla lotta all'evasione fiscale e contributiva, mentre la parte rimanente arriverà da tagli alle spese. In particolare il contrasto a chi non è in regola con il fisco porterà nelle casse dello Stato 3 miliardi nel 2011 che saliranno a 9,456 nel 2012. Il nuovo redditometro avrà un impatto sull'indebitamento netto di 741,2 milioni nel 2011 e 708,8 milioni nel 2012. La lotta all'evasione vale ai fini del deficit 5,3 miliardi nel 2011 e 7,8 nel 2012. Ma se si sommano gli incassi previsti si arriva, dal 2010 al 2013 fino a 20,3 miliardi. Leggendo la relazione tecnica emerge che la manovra avrà un impatto complessivo sull'indebitamento 2010 di 6,5 milioni. E questo grazie alle misure fiscali molte delle quali partiranno già quest'anno portando nuove entrate tributarie e contributive per 415 milioni. A sorpresa il taglio a ministri e sottosegretari di cui si è molto discusso nei giorni scorsi porterà ad un risparmio poco più che simbolico: riguarderà 7 sottosegretari e 2 ministri e frutterà alle casse dello Stato 72.000 euro. Ma vediamo l'entità dei tagli e del gettito. Il saldo 2010 in particolare dipende da un rapporto entrate-uscite negativo per 408 milioni compensato però da 415 milioni di nuove entrate tributarie e contributive. Dalla lotta ai falsi invalidi si stima che arrivino 460 milioni nel triennio 2011-2013. Gli aumenti dei pedaggi sulla rete autostradale Anas e sui raccordi autostradali potranno scattare già dal primo luglio. Dal primo gennaio 2012, si prevede il pedaggiamento diretto delle tratte autostradali gestite da Anas al posto dei tradizionali caselli. Altra voce è quella dei rimborsi elettorali. A regime, cioè nel 2015 dovrebbe fruttare alle casse dello Stato 20 milioni. Dalla Presidenza del Consiglio arriverebbero invece risparmi per 60 milioni dei quali 50 dai tagli ai ministeri senza portafoglio. Le riduzioni di spesa riguardano anche la Banca d'Italia anche se nella relazione tecnica non viene indicata una cifra. Il taglio agli stipendi più alti dei manager pubblici frutterà 28,9 milioni. L'aliquota addizionale del 10% su stock option e altre forme di incentivazioni consente di incassare circa 10,4 milioni l'anno a partire dal 2011 mentre nel 2010 l'entrata si aggira intorno ai 9,5 milioni.

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