Berlusconi pronto a cambiare la manovra
Prima un incontro di circa un'ora con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, poi il messaggio fatto filtrare da Palazzo Grazioli, nel corso del vertice del Pdl. Berlusconi rompe gli indugi e si dice pronto ad andare a spiegare in Parlamento la manovra. Troppe polemiche, troppi veleni anche all'interno del governo con una vera e propria fronda contro Tremonti. Il mea culpa del ministro dell'Economia sui tagli agli enti culturali fatto a Ballarò non è bastato. Come pure non è stato sufficiente che sempre Tremonti rimettesse mano alla manovra accogliendo le richieste del Quirinale. I colleghi di governo continuano a reclamare collegialità, si lamentano dei tagli per non parlare delle categorie che sono state più colpite a cominciare dai dipendenti degli enti soppressi. Berlusconi ieri ha avuto un lungo colloquio con Tremonti presumibilmente per definire la linea da tenere nella discussione parlamentare della manovra. Non solo. È stato necessario un chiarimento. Le correzioni apportate dal ministro al testo prima della firma del Capo dello Stato non bastano. Serve qualcosa di più. Fermo restando il saldo dei 24 miliardi, qualche correzione si può fare ancora e si farà in Parlamento. Berlusconi avrebbe convinto Tremonti ad una posizione meno rigida anche perchè dentro il Pdl c'è chi ha sollevato il problema che la manovra ha già portato ad una perdita di consensi. Durante il vertice a Palazzo Grazioli con il partito, il premier ha smentito un calo nei sondaggi. «Non è affatto vero che la manovra ha avuto un riscontro negativo da parte dei cittadini» ha detto ma ha anche ammesso che «alcuni accorgimenti si possono fare». Ed è proprio per l'insistenza di alcuni ministri che si sarebbe deciso di evitare la fiducia sul pacchetto di misure. In Parlamento Berlusconi ribadirà che la manovra è stata imposta dall'Europa, che è inevitabile ma comunque non contiene solo sacrifici. Intanto è arrivata anche la promozione del Fondo Monetario internazionale. In un primo momento si era diffusa la notizia che le autorità italiane avevano assicurato agli economisti di Washington che avrebbero fatto un'altra correzione se necessaria. In serata è arrivata la smentita dallo stesso Fondo: con la manovra le autorità italiane hanno rivisto le stime sul pil, che ora sono in linea con quelle del Fmi e della Commissione Europea. Inoltre viene precisato che le ultime considerazioni sui conti pubblici italiani sono precedenti alla manovra e quindi obsolete. Anche il ministero dell'Economia è intervenuto a precisare che lo stesso Fmi si è «espresso in termini fortemente positivi». Il Rapporto «non tiene conto della manovra - spiega Arrigo Sadun, responsabile per l'Italia al Fmi - e degli aggiustamenti alla crescita previsto dal governo». Nel documento il Fmi, apprezzando «i progressi compiuti» sul fronte delle riforme strutturali, ha invitato le autorità italiane ad andare avanti con «un programma più ambizioso» così da affrontare e risolvere le debolezze strutturali italiane e aumentare il potenziale di crescita. Il sistema finanziario italiano, afferma il Fmi, ha «resistito alla crisi globale relativamente bene».