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Tremonti fa mea culpa sui tagli agli enti di cultura

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«Hofatto un errore, ero convinto che quell'elenco era condiviso. È colpa mia». Poi il ministro dell'Economia torna a spiegare perchè è stato necessario varare un manovra così pesante. «Non è vero che i conti italiani non sono in regola, tant'è che sul 2010 non c'è niente di cambiato. Il problema è che sono saltati i conti dell'Europa». Risponde così alle polemiche della sinistra che ha accusato il governo di aver nascosto la realtà dei conti pubblici dicendo sempre che tutto era a posto e che non erano necessarie correzioni. Tremonti quindi spiega che il problema non è domestico. «La Grecia ha causato una crisi che si è estesa ad altri Paesi, ha causato effetti di panico in molte parti dell'eurozona e ha costretto i capi stato e di governo europei a fare un intervento drammatico durante un fine settimana. Non si tratta di salvare l'euro o l'eurozona, si tratta di salvare l'Europa». Tremonti ha sottolineato che il Capo dello Stato ha concordato sulla «necessità e urgenza» della manovra che ha preso quindi la forma di un decreto legge. Il ministro ha anche spiegato l'impatto che ci sarà sul pubblico impiego. I dipendenti pubblici «non avranno non un euro in più ma nemmeno un euro in meno». Poi ha tenuto a precisare la differenza con il resto d'Europa dove invece «hanno tagliato: avevano 100 ed ora hanno 95». Quanto alla lotta all'evasione per Tremonti la manovra «contiene cose mai fatte in Italia finora ne' da destra ne' da sinistra». La replica di Tremonti è arrivata dopo che il segretario del Pd Pierluigi Bersani parlando al Tg1 aveva detto a chiare lettere che il governo «fa la manovra non per l'Unione europea o per la Grecia». La responsabilità «del disordine dei conti al punto da richiedere una manovra da 25 miliardi» è secondo Bersani del governo «che ha sbagliato la politica economica». Bersani ha parlato di una «ricetta sbagliata che ci porta ad una manovra sbagliata», a causa della quale «sempre più gente protesterà». Il Pd se l'è presa soprattutto con la sanatoria delle case fantasma. «È di fatto un condono vero e proprio. È uno scempio che costerà molto più di quanto sia possibile incassare per gli effetti devastanti sulla sicurezza dei territori e per il lasciapassare continuo e tacito alle attività illegali spesso infiltrate dalla malavita organizzata». I responsabili Ambiente ed Enti locali del Pd, Stella Bianchi e Davide Zoggia puntano il dito contro i possibili «disastri ambientali causati da fenomeni di abusivismo edilizio che per la terza volta Berlusconi primo ministro si appresta a sanare». L.D.P.

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