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La casta dei magistrati fa fronte comune contro le misure della manovra economica che vanno a colpire le loro retribuzioni

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L'Anm,l'Associazione nazionale dei magistrati, riunirà giovedì prossimo il parlamentino per decidere la data dello sciopero, presumibilmente entro la fine di giugno, e ieri anche la Corte dei Conti ha fatto sapere che intende unirsi alla mobilitazione. Il Consiglio Direttivo dell'Associazione magistrati contabili ha deliberato all'unanimità la proclamazione dello sciopero della categoria «con tempi e con modalità che verranno concordati - è scritto in una nota - unitamente alle altre magistrature, in relazione alla manovra economica del governo che incide fortemente sugli stipendi dei magistrati, in particolare su quelli più giovani». I magistrati della Corte dei Conti sostengono che «le misure anticrisi sono lesive dell'indipendenza e dell'autonomia dei magistrati, perchè incidono sul meccanismo dell'adeguamento stipendiale e ancor più gravemente, bloccano le progressioni di carriera dei magistrati con minore anzianità di servizio». Colpiti al cuore, o meglio nel portafoglio, i magistrati si ribellano. Ma cosa è che difendono con tutte le unghie? Come ogni casta che si rispetti, le retribuzioni e i benefits di cui godono sono coperti dalla massima segretezza. La retribuzione media dei circa 600 magistrati della Corte dei Conti è di circa 76mila euro. Sullo stipendio ha una grande incidenza l'anzianità per classi che assume sempre più peso man mano che si avanza nella carriera, per effetto dei meccanismi di riporto dell'anzianità maturata nella qualifica di provenienza e della molteplicità dei passaggi. Sono previsti degli scatti biennali che corrispondono al 2,50% dell'importo dello stipendio. Le voci della retribuzione di un magistrato sono lo stipendio, l'indennità aggiuntiva speciale e l'indennità giudiziaria. I passaggi di classe prevedono il cosiddetto effetto trascinamento, in base al quale gli anni di carriera pregressa non possono essere persi ai fini economici e devono essere trascinati nelle posizioni e qualifiche successive, dal momento che non è possibile riconoscere un'anzianità economica inferiore a quella di servizio effettiva. A questa situzione di assoluto privilegio si aggiunge il fatto che in molti casi come i giudici del Consiglio di Stato ed quelli del Tar, i magistrati contabili hanno doppi incarichi e consulenze. In molti casi, secondo gli ultimi dati disponibili, si tratta di compensi che arrivano anche a 80mila euro l'anno. Ma facciamo due conti dell'impatto della manovra. In assenza del contratto nazionale, per quantificare gli effetti della gelata sulle buste paga dei magistrati è stato calcolato l'aumento delle retribuzioni medie registrato nell'ultimo triennio fotografato da Via XX Settembre (2006/2008), e determinato dagli scatti automatici e dagli avanzamenti di carriera. In quel periodo la corsa ha fatto lievitare le retribuzioni medie tra il 12% del Consiglio di Stato e il 17% della magistratura ordinaria. Al magistrato contabile il contributo alla manovra costerà, secondo un calcolo dell'Organismo unitario dell'Avvocatura, 7.200 euro l'anno. L'Associazione magistrati della Corte dei Conti per evitare il peggio aveva già segnalato al Governo e al Parlamento inefficienze e sprechi sui quali sarebbe possibile incidere concretamente, recuperando anche nell'immediato risorse ben superiori a quelle che potranno derivare dai tagli previsti nella manovra. Al momento i tagli sono sulla carta ma resta da vedere se sopravviveranno alle forche caudine del dibattito parlamentare.

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