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Faro di Consob e pm su Finmeccanica

L'Ad Guarguaglini

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Troppi movimenti sospetti sul titolo di Finmeccanica nei giorni della pubblicazione sui quotidiani, venerdì scorso, della notizia di un'indagine sulla società guidata da Pier Francesco Guarguaglini. Le oscillazioni del titolo e la quantità di azioni passate di mano, i cosiddetti volumi di scambio, hanno insospettito la Procura di Roma e la Consob che secondo quanto risulta a Il Tempo, starebbero indagando su un'ipotesi di aggiotaggio sui titoli della società di Piazza Montegrappa. Il faro della magistratura sarebbe stato acceso monitorando i valori borsistici dal giorno in cui la notizia è apparsa sulle prime pagine di quotidiani. Sin dalle prime negoziazioni, infatti, la perdita secca è stata pari al 2%.   I continui lanci di agenzia stampa che hanno ripreso la news hanno fomentato ulteriormente la speculazione e la volatilità del titolo sul mercato. Risultato: la quotazione è scesa del 5% nel corso della mattinata. Un ottovolante che ha registrato anche un parziale recupero. Nel momento in cui la società ha emesso la nota stampa con la quale smentiva le indagini in corso il valore a Piazza Affari ha recuperato un 2-3%. Anche questo però non sarebbe bastato perché i trader avrebbero immediatamente portato al ribasso le puntate in Borsa. Un saliscendi alimentato anche da indiscrezioni inerenti una comunicazione ufficiale della Procura di Roma che ha di nuovo fatto lievitare i prezzi fino a far registrare una chiusura pari a al -3% rispetto alla partenza. Gli inquirenti hanno messo sotto osservazione proprio le oscillazioni che sono parse sospette perché nella giornata di passione per la Finmeccanica il titolo ha compiuto per ben quattro volte uno sbalzo di prezzo in positivo e in negativo del 2,5%. Una banda troppo elevata per non mostrare un indizio di concertazione sugli acquisti che avrebbe probabilmente consentito a qualcuno di lucrare importanti guadagni. A rafforzare i sospetti anche i volumi scambiati. Le azioni passate di mano sono state infatti 13,5 milioni (pari al 2,3% del capitale sociale) contro una media giornaliera di circa 4 milioni di pezzi. Il controvalore delle intere operazioni sarebbe stato di circa 115 milioni di euro. Tutti elementi che avrebbero fatto scattare le antenne di magistrati e della Consob che avrebbero ipotizzato l'ipotesi di aggiotaggio. E cioè l'utilizzo di notizie false e tendenziose per provocare alterazioni dei prezzi e lucrare sui ribassi e i rialzi. Intanto Marina Grossi, ad di Selex Sistemi Integrati ha scritto ai dipendenti: «La nostra società e la mia persona sono state oggetto di un forte attacco mediatico, ed è per questo che ho pensato di mandare un messaggio a voi tutti. Quello che abbiamo letto, riferito ad azioni giudiziarie verso Selex Sistemi integrati e a me notificate, è totalmente non rispondente al vero. Infatti non abbiano subito alcuna perquisizione, nè ricevuto richieste di esibizione dei documenti». Nella lettera l'amministratore delegato difende la sua società. «È certo che Selex Sistemi Integrati - scrive - è un'azienda sana, che sta operando nei diversi mercati affermando la propria supremazia tecnica e tecnologica di cui voi tutti, che lavorate all'interno, ne siete i portatori».  

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