Soddisfatto il centrodestra. Robilotta: il piano sbloccherà i fondi Fas. Gramazio: mantenute le promesse elettorali
Soloche ora si chiamano riconversioni». Esterino Montino, il capogruppo Pd alla Regione Lazio non ha dubbi. Il piano della Polverini non lo ha convinto: la presidente - sostiene in una nota - «gioca con le parole e dunque prosegue imperterrita a prendere in giro i cittadini del Lazio, ma il gioco non funziona: chiude 10 piccoli ospedali di provincia e taglia 2.500 posti letto per acuti. La stessa ipotesi di riordino delle Asl così come delineata nel decreto - prosegue la nota - è destinata a creare mostri ingovernabili, riunendo in una stessa Asl territori con caratteristiche assolutamente diverse, e fa sparire in un colpo solo le Asl di Rieti e Viterbo oltre che tutte quelle della provincia di Roma. Si tratta di tagli veri e propri di cui pagano lo scotto soprattutto le province ed i territorio regionale che gia usufruiscono di pochi servizi sanitari». E mentre fonti del Policlinico Gemelli esprimono «forte preoccupazione» per gli interventi regionali in materia di sanità illustrati ieri e temono una decurtazione della dotazione complessiva conferita che definiscono «molto consistente», anche Bruno Astorre, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, non è soddisfatto. «La Polverini venga giovedì in Aula a illustrare i 12 decreti consegnati al governo. Mi attendo - ha detto - una risposta positiva che permetta il dibattito in Aula di scelte che appaiono già compiute e su cui non vi è stato confronto alcuno con le parti politiche, sociali e imprenditoriali». Secondo Astorre è necessario uno slittamento della presentazione del piano di rientro al 31 dicembre 2010, così come previsto dal patto della salute per tutte le regioni coinvolte. «Senza questo rinvio - ha proseguito - è messa a rischio la sopravvivenza dei piccoli ospedali di provincia. I danni per i cittadini del Lazio, non solo dal punto di vista economico, sarebbero incalcolabili». Critico anche Francesco Simeoni, segretario generale della Cisl del Lazio: «Dalla presidente della Regione ci aspettavamo qualcosa di più. Sulla presentazione del riordino della rete ospedaliera sono state date indicazioni troppo generiche. Non viene fatta chiarezza su quali presidi a livello regionale verranno interessati dalla chiusura o riconversione e l'accenno sulla suddivisione in quattro macroaree non chiarisce quale sarà l'assetto definitivo». A difendere la presidente del Lazio Donato Robilotta, del coordinamento regionale Pdl: «Ha fatto bene la Polverini a firmare i decreti sulla sanità, compreso quello del riordino della rete ospedaliera. Sono convinto che i decreti su tetti e tariffe e quello sul riordino della rete ospedaliera siano interventi strutturali e cogenti, tali da consentire al Governo di sbloccare i fondi Fas per evitare alla Regione un ulteriore aumento delle tasse dal primo giugno». Ottimista anche Enzo Di Stefano, capogruppo della Lista Polverini: «Il piano sanitario presentato ieri centra il duplice obiettivo di mettere finalmente a posto i disastrati conti della Regione Lazio e, soprattutto, di garantire una assistenza adeguata ai cittadini». «Lavoriamo per difendere professionalità ed eccellenze. La Polverini mantiene gli impegni presi in campagna elettorale non aumenta le tasse», fa eco il vicepresidente della commissione Sanità del Senato Domenico Gramazio.Na. Pie.