Rivoluzione Polverini

Piano di riordino della rete ospedaliera con la suddivisione del territorio in quattro macroaree; centrale unica degli acquisti per le Asl; nucleo regionale di controllo; taglio dei budget della sanità privata del 4% per gli acuti e per la specialistica ambulatoriale e del 10% per riabilitazione e lungodegenza (accorpate per riequilibrare la decurtazione); taglio del 4% del budget degli ospedali religiosi; revisione delle tariffe per le prestazioni di ambulatorio; tetto alla produzione del Policlinico Gemelli (510 milioni per il 2010 anziché 610, taglio di 86 posti letto, creazione di 42 day hospital); riconversione di 2.492 posti letto per acuti e di dieci ospedali (Sezze, Gaeta, Montefiascone, Ronciglione, Amatrice, Ceccano, Rocca Priora, Zagarolo, Ariccia e una parte del Centro paraplegici di Ostia). La governatrice del Lazio in qualità di commissario ad acta per la sanità Renata Polverini ha consegnato ieri ai tecnici di Tesoro, Welfare e Sanità un pacchetto di 12 decreti per «attuare il piano di rientro dal deficit» e ottenere lo sblocco degli oltre 420 milioni di euro di fondi Fas più il parziale pagamento del credito vantato nei confronti del governo di 1,5 miliardi per scongiurare l'aumento delle addizionali regionali Irpef (0,5 per mille) e Irap (0,3 per mille). La scadenza imposta da Palazzo Chigi - 31 maggio anziché 31 dicembre come per le altre Regioni in rosso - è stata rispettata. Ora si attende la risposta del governo. «Non credo che avremo risposte oggi o domani, si tratta di procedure lunghe - ha spiegato Polverini - Speriamo che tutto questo ci metta al riparo dall'aumento delle tasse». Le novità sostanziali del piano riguardano la centrale unica degli acquisti e il nucleo di controllo, provvedimenti già annunciati in campagna elettorale. Con il settimo decreto si istituisce un nucleo regionale di controllo sanitario, organismo collegiale (massimo 8 membri) con funzioni di supporto al commissario, coordinamento e miglioramento dei sistemi di controllo nel servizio sanitario regionale. Il decreto numero 8 istituisce la centrale unica per gli acquisti: le Asl dovranno trasmettere alla Direzione regionale programmazione economica, entro 15 giorni dal decreto, il piano degli acquisti di beni e servizi 2010-2011 per le gare regionali centralizzate. Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, poi, divide in quattro macroaree «omogenee e autosufficienti» il territorio della Regione. Il subcommissario Mario Morlacco ha spiegato che le quattro macroaree non coincidono con i territori provinciali, ma comprendono «Roma centro, e poi tre fasce: una in direzione Rieti-Viterbo, le altre verso Latina e Frosinone» per garantire «tutti i servizi e parità d'accesso alle prestazioni in ogni parte della Regione». Divisione «propedeutica alla riduzione delle Asl da 12 a 8». Nell'ambito di ciascuna area, inoltre, saranno presentate entro 30 giorni quattro reti di specialità (come quella neonatale o quella oncologica), a cui se ne aggiungeranno entro luglio altre sette (tra cui quella per gli ictus, per i traumi gravi o d'emergenza). Per quanto riguarda i posti letto, Polverini ha precisato che «non ci saranno tagli, ma riconversione in strutture assistenziali». I letti per acuti da riconvertire sono 2.492, di cui 2.000 già operano non per gli acuti e possono immediatamente essere tagliati. A essi se ne potranno aggiungere 3.000 per coprire almeno parzialmente il fabbisogno complessivo di Rsa, oltre 7.900 posti. A questo va aggiunta la riconversione in strutture sanitarie assistenziali di dieci presìdi: Rocca Priora, Zagarolo, Ariccia, Sezze, Gaeta, Montefiascone, Ronciglione, Amatrice, Ceccano e «una parte del Centro paraplegici di Ostia». «Riconvertire - ha commentato Polverini - non significa solo risparmiare: evita l'inappropriatezza di prestazioni e ricoveri».   I 2.492 da riconvertire verranno spalmati su tutti gli ospedali del Lazio, prendendo a parametro i ricoveri inappropriati. Solo per citarne alcuni: il Policlinico Gemelli ne perderà 86; l'Umberto I 50, il San Giovanni Calibita 17, l'Angelucci di Subiaco 4, il San Giovanni Evangelista di Tivoli 10, il Policlinico Casilino 5, il Pertini 8, il Policlinico di Tor Vergata 10, il Cto 8, il Sant'Eugenio 7, il Vannini 6, il San Giovanni 21, l'Ifo 8, il Campus Biomedico 9, Albano-Genzano 9, il Regina apostolorum 11, il Grassi di Ostia 3, l'Israelitico 8, il San Camillo-Forlanini 13, lo Spallanzani 5, anzio-Nettuno 4, il Santo Spirito 6, l'Oftalmico 5, il San Pietro-Fatebenefratelli 31, il San Carlo di Nancy 14, l'Aurelia Hospital 12, il San Filippo Neri 17, il Sant'Andrea 12, il Cristo Re 4. A fronte di 752 posti letto per acuti tagliati verranno attivati 384 day hospital. La riorganizzazione della rete tende a rispettare il limite di quattro posti letto ogni mille abitanti imposto dal «Patto per la salute» del governo, e a «incidere positivamente sulla rete territoriale e sull'assistenza domiciliare». La rete dell'emergenza verrà invece varata a luglio.